La canzone intitolata Black e firmata dalla rock band americana dei Pearl Jam deve probabilmente la sua popolarità alla forza evocativa del testo, oltre che da una coinvolgente sonorità. Malgrado un riferimento all’oscurità sia insito nel titolo, le immagini sono così vivide da far pensare a un’esplosione di luce e di dettagli, ulteriormente arricchiti da allusioni e metafore molto calzanti.
Black si apre con la scena di lenzuola vuote che non sono state più toccate, e che per questo somigliano a delle lenzuola di argilla (Sheets of empty canvas, untouched sheets of clay). A questa visione si accosta la figura del corpo della donna un tempo amata (as her body once did), che viene paragonata alle lenzuola. Se l’argilla connota la fissità nel tempo, le lenzuola rimandano all’intimità perduta.
Più oscuro, invece, è il riferimento ai cinque orizzonti che ruotano attorno all’anima di questa donna (All five horizons revolved around her soul): potrebbe avere a che fare con l’idea di una specie di adorazione globale nei confronti della donna stessa, nel senso che ciascun orizzonte rappresenta un continente, ma di certo l’idea principale, che poi ricorre nella canzone, è quella del girare attorno a qualcosa, in segno di riverenza, contemplazione, o addirittura disperazione, come quando si dice che anche la testa gira vorticosamente, insieme a certi pensieri ingarbugliati (twisted thoughts that spin round my head, I’m spinning, oh I’m spinning).
Questo movimento di rivoluzione è paragonato inizialmente alla terra che gira intorno al sole (as the earth to the sun). La similitudine, per quanto banale, serve a rafforzare la descrizione di uno stato d’animo, per descrivere il quale si ricorre di nuovo a una metafora legata al sole: finita la storia d’amore, è sorprendente come il sole possa sparire tanto velocemente (how quick the sun can drop away).
La scomparsa del sole genera quelle conseguenze che danno il titolo alla canzone: tutto diventa buio, le immagini dei ricordi assumono una tonalità nera e si imprimono – scure e indelebili – come tatuaggi (the pictures have all been washed in black, tattooed everything): non c’è dubbio che l’amore, deteriorandosi, abbia reso nero tutto il mondo agli occhi di chi si è ritrovato col cuore infranto (All the love gone bad turned my world to black).
La luce, essendosi allontanata, insieme all’amore, tornerà a risplendere nella vita di qualche altra persona. Anche per questo concetto si fa ricorso a una metafora, riferendosi alla donna come la stella che brillerà nel cielo di qualcun altro. (I know you’ll be a star in somebody else’s sky).
Un’altra immagine molto poetica che descrive l’assenza della luce è quella della mano che scava le nuvole. Il testo della canzone usa il verbo chafe, che significa sfregare arrecando fastidio, irritazione (And now my bitter hands chafe beneath the clouds of what was everything). Le nuvole evidentemente schermano il sole, non permettono che la sua luce raggiunga colui che la brama.
Un’altra immagine, che si lega alle mani amare e piene di rabbia (my bitter hands) è invece legata ai pezzi di vetro, altra metafora per rappresentare un amore andato in frantumi. È particolarmente profonda la parola usata per indicare il modo in cui queste mani tengono i cocci (And now my bitter hands cradle broken glass of what was everything). Il testo della canzone, infatti, ricorre al verbo to cradle, che vuol dire certamente “tenere”, ma può significare anche “cullare”. Ecco allora che la connotazione più attendibile è quella di un uomo che non tiene semplicemente in mano i pezzi di una storia d’amore finita, ma li culla sulla propria mano, come se fossero ancora vivi, anche quando non ha più senso e si rischia solo di tagliarsi.
Ultimo appunto. L’immagine di alcuni bambini che giocano e ridono, nella quale il protagonista si imbatte facendo una passeggiata, è un’immagine bella ma che lo scotta (I take a walk outside, I’m surrounded by some kids at play / I can feel their laughter, so why do I sear?). Qui non è semplicemente la spensieratezza dell’infanzia a riempire d’invidia il cuore di un uomo ferito; l’immagine dei bambini è certamente ricollegabile alla fine della storia con la donna, che forse sarebbe potuta diventare madre dei suoi figli. Tra l’altro, il nesso tra la paternità mancata e l’atto di cullare i pezzi di vetro è fortissimo: così si spiega meglio perché il mondo è diventato nero: a infrangersi non è stata solo una storia d’amore ma un intero progetto di vita, una famiglia che non si è mai formata..
Giuseppe Raudino
Sheets of empty canvas, untouched sheets of clay
Were laid spread out before me as her body once did
All five horizons revolved around her soul as the earth to the sun
Now the air I tasted and breathed has taken a turn
Ooh, and all I taught her was everything
Ooh, I know she gave me all that she wore
And now my bitter hands chafe beneath the clouds of what was everything
Oh, the pictures have all been washed in black, tattooed everything…
I take a walk outside, I’m surrounded by some kids at play
I can feel their laughter, so why do I sear?
Oh, and twisted thoughts that spin round my head, I’m spinning, oh
I’m spinning, how quick the sun can drop away
And now my bitter hands cradle broken glass of what was everything
All the pictures have all been washed in black, tattooed everything…
All the love gone bad turned my world to black
Tattooed all I see, all that I am, all I’ll be… yeah…
Uh huh… uh huh… ooh…
I know someday you’ll have a beautiful life
I know you’ll be a star in somebody else’s sky
But why, why, why can’t it be, can’t it be mine?
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