Due anni fa andava in onda per la prima volta, in Italia, la serie tv di produzione nostrana più discussa e seguita di sempre dal popolo del belpaese, Gomorra, ed è stato subito un caso. Puntata dopo puntata, si è tirata addosso una carovana di polemiche più o meno serie, molto arrabbiate, specialmente indignate, e con la fine della seconda stagione le critiche non hanno fatto altro che inasprirsi. L’attore Fabio De Caro, alias Malammore, è stato il bersaglio di numerosi insulti, sui social, da parte di chi non l’ha affatto gradito come protagonista di uno degli omicidi più difficili da digerire in tutta la serie. Il solito problema di chi non sa distinguere la fiction dalla realtà, dicevamo prima. Non che la cosa sia una novità, d’altronde: prima ancora che il suo libro diventasse un prodotto per il cinema e la televisione, vi è mai capitato di sentir dire che Roberto Saviano sì, per carità, non è che non dovesse farlo, però poi basta parlare sempre di mafia e delinquenza che ci fa una brutta pubblicità? C’è tutta una classe dirigente che avrebbe preferito che avesse lavato i panni sporchi in famiglia, anziché esporli alla pubblica conoscenza del mondo intero.
Il punto, forse, è ancora un altro, e cioè che Gomorra è qualcosa a cui non siamo abituati. I criminali del grande schermo a cui ci siamo affezionati col tempo non sono come quelli del telefilm di Sky. Ci piace pensare che quelli fossero uomini con dei valori, legati alla famiglia, rispettosi degli amici, innamorati della dignità. Francis Ford Coppola, Brian De Palma, Scorsese ci hanno regalato negli anni delle rappresentazioni non dico edulcorate, ma che mostravano entrambi i lati della medaglia. Qualcosa per cui potessimo anche tifare per i loro personaggi. In Gomorra sono tutti marci. La serie è la dimostrazione di come realtà e finzione possano sovrapporsi fino a confonderci, perché tutto quello che si vede potrebbe accadere, se non è già accaduto. Non c’è possibilità di identificazione, niente che ci induca ad ammirare quello stile di vita. Soprattutto, manca la totale volontà degli sceneggiatori di indorarci la pillola.
Non è detto che sia un male che i protagonisti di Gomorra non abbiano niente a che vedere con quelli de I Soprano o di Boardwalk Empire, che tra i personaggi non ci siano poliziotti o attivisti anti-camorra, ma solo mezzi uomini spaventati, ipocriti, e profondamente inumani. Così vediamo chiaramente che nel mondo della camorra non esiste alcuna sfumatura di bene.
Andrea Vitale
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