Editor di sogni: intervista a Elena Pizzi
The Sandman è un fumetto della DC Comics ideato da Neil Gaiman e disegnato da numerosi artisti tra cui Sam Kieth, Mike Dringenberg e Jill Thompson. Il primo numero è arrivato sugli scaffali americani per l’etichetta Vertigo il 29 novembre 1988 e la serie regolare è andata avanti per 75 numeri fino al 1996. Il protagonista è Sogno (in originale Dream) della famiglia degli Eterni, i cui membri sono personificazioni antropomorfe di sentimenti o aspetti della vita umana: Morte, Desiderio, Delirio, Disperazione, Distruzione e Destino. Sogno, fratello di Morte… vi ricorda qualcosa? Forse la mitologia greca: The Sandman, difatti, non è altro che un grande compendio non solo del mondo mitologico, ma anche di quello letterario (in più di un episodio, per esempio, troverete niente di meno che Shakespeare tra i protagonisti). La serie ha avuto un incredibile successo: basti pensare che nel 1991 il numero #19 A Midnight Summer’s Dream è stato il primo (e unico) fumetto ad aver vinto il World Fantasy Award per la migliore storia breve. The Sandman è considerato a oggi tra le migliori graphic novel di sempre.
Negli ultimi anni l’opera di Gaiman ha vissuto una nuova ondata di popolarità grazie al revival del 2018 The Sandman Universe, a un adattamento in versione audiolibro su Audible (i primi due atti, che comprendono le storie fino al numero cinquanta, sono già disponibili in italiano) e, a partire dal 5 agosto 2022, a una (tanto attesa) serie TV disponibile su Netflix. In un panorama così ricco come quello di oggi, il Principe delle Storie Morfeo riesce ancora ad attrarre l’interesse di una vastissima fetta di pubblico.
Per capire cosa ci affascina tanto del mondo di The Sandman, abbiamo avuto il piacere di dialogare con Elena Pizzi, editor di Panini Comics, la casa editrice che attualmente pubblica l’opera di Gaiman in Italia. La Panini ha proposto finora due cofanetti dedicati al Re dei Sogni: il primo raccoglie i dieci volumi della serie regolare, il prequel Ouverture, l’antologia di storie brevi Notti eterne e l’avventura di ambientazione giapponese Cacciatori di sogni in due versioni; il secondo invece contiene gli spin-off migliori di Sandman, incluse le famose storie con protagonista Morte intitolate Il gioco della vita e Il grande momento della tua vita. Inoltre un terzo cofanetto annunciato al Napoli Comicon e previsto per l’autunno 2022 sarà dedicato unicamente alla serie degli anni 90 Sandman Mystery Theatre. Infine, in concomitanza con l’inizio della serie tv, Sandman è stato riproposto in versione Absolute, un’edizione prestigiosa e ricchissima di extra che valorizza ulteriormente il talento di Gaiman. Elena ha dunque lavorato e sta ancora lavorando sulla trasposizione italiana di Sandman: chi meglio di lei, a questo punto, può far luce sulla sua popolarità?
Perché secondo te The Sandman è ancora capace, dopo anni, di catturare il grande pubblico?
Cominciamo subito con una domanda impegnativa! Io credo che Sandman, nonostante siano passati oltre trent’anni dalla sua pubblicazione, sia ancora in grado di affascinare il grande pubblico perché affronta temi universali. Innanzitutto parla dell’importanza che i sogni hanno nelle nostre vite e di come essi possano condizionare la quotidianità delle persone. Secondo Gaiman un sogno condiviso ha addirittura il potere di modificare la realtà e io trovo che questo concetto sia stupendo. Inoltre Sandman parla di storie, dell’inevitabilità dello scorrere del tempo e della necessità di cambiare per vivere appieno la nostra esistenza. Persino un’entità pressoché divina come Morfeo, il protagonista della serie, non può opporsi al cambiamento, fornendo a chi legge la possibilità di riflettere su una tematica davvero complessa. Tra l’altro Sandman è un’opera che tratta argomenti che oggi sono di grande attualità, come l’identità di genere e l’estremo dolore causato da condizioni come l’isolamento e la depressione. Ognuno di noi può trovare in Sandman qualcosa che si collega al proprio vissuto e, anzi, ritengo che l’opera acquisisca significati sempre diversi man mano che si avanza con l’età.
Per la prima volta la serie è stata integralmente tradotta da un unico traduttore, ossia l’infallibile Leonardo Rizzi. Come ti sei trovata a lavorare con lui? Quali sono state le sfide maggiori nella resa della lingua di Gaiman? Quali sono stati i personaggi più impegnativi?
Lavorare con Leonardo è un’esperienza unica. È un professionista esperto che lavora con estrema cura e che desidera rendere al meglio ogni aspetto delle storie che traduce. Inoltre è una persona cordialissima e disponibile e, nonostante lavori nel settore da tanti anni, è sempre pronto a confrontarsi con chi supervisiona i suoi testi per migliorare la qualità delle sue traduzioni.
Tornando a Sandman, posso confermarti che sì, il lavoro sull’opera di Gaiman è stato impegnativo. Panini ha proposto la serie in italiano tutta insieme, dunque è stato necessario affrontare in una volta sola varie questioni, per esempio come tradurre al meglio il lessico ricchissimo presente nell’opera e come gestire i cambi di registro che la caratterizzano. In ogni capitolo di Sandman sono presenti riferimenti mitologici, religiosi e letterari che è necessario rendere nel modo migliore e che richiedono tanta cura. Per quanto riguarda i personaggi, posso dirti che tutti loro rappresentano una sfida, dato che ciascun protagonista ha delle peculiarità che bisogna mantenere. Morfeo per esempio ha un modo di parlare aulico e raffinato, mentre sua sorella Delirio pronuncia frasi apparentemente sconnesse che però acquisiscono un significato preciso in alcuni punti dell’opera. Una delle caratteristiche di Sandman è il costante cambio di ambientazione e d’epoca in cui si svolgono le storie, quindi ogni arco narrativo presenta delle difficoltà sempre diverse. Ovviamente un lavoro del genere è mastodontico e può essere portato a termine, dal mio punto di vista, solo attraverso un ottimo gioco di squadra. L’edizione Panini di Sandman è il frutto di una collaborazione che ha coinvolto tutta la redazione ai tempi del primo lockdown nella primavera/estate del 2020. È stato bellissimo potersi confrontare con Leonardo e i miei coordinatori, Raffaele Caporaso e Nicola Peruzzi, per cercare di trovare le soluzioni più efficaci ai dubbi che si presentavano nelle varie fasi della lavorazione. È stato un periodo caratterizzato da fitti scambi di e-mail che ricordo con molto piacere ancora oggi.
Parliamo adesso del secondo cofanetto: come mai avete deciso di proporre una raccolta di spin-off? E con quale criterio avete selezionato le storie contenute nei volumi?
Posso dirti che anche il secondo cofanetto, che noi abbiamo chiamato Sandman presenta, è stato il frutto di un bel gioco di squadra. Dopo l’uscita del primo cofanetto i coordinatori hanno pensato che fosse arrivato il momento giusto per proporre in un’unica soluzione i migliori spin-off legati al mondo di Sandman, che non erano mai stati presentati in italiano con questa formula. Si tratta di storie realizzate da autori diversi che dimostrano quanto i protagonisti dell’opera di Gaiman possano essere versatili, quindi era necessario pensare a un modo per raccoglierle in maniera interessante e coerente. In alcuni casi abbiamo accorpato le storie scritte dallo stesso sceneggiatore, in altri abbiamo dato spazio ai personaggi (per esempio nel volume che raccoglie tutte le storie dedicate a Death), in altri ancora ci siamo concentrati sull’ambientazione, e mi riferisco in particolare al volume Dead Boy Detectives, che include due miniserie che si svolgono in Inghilterra. È stato un lavoro creativo e divertente, che ci ha dato la possibilità di lavorare su materiale molto variegato. Inoltre la grafica del cofanetto è stata progettata appositamente dalla redazione, quindi è stato molto bello lavorare tutti insieme anche su questo versante.
Restando ancora sul tema cofanetto: quali chicche troveremo dentro alla terza raccolta?
Il terzo cofanetto è dedicato a Sandman Mystery Theatre, una serie degli anni ‘90 scritta da Matt Wagner e Steven T. Seagle. All’epoca Sandman di Gaiman stava già ottenendo un successo clamoroso, così la DC Comics colse l’occasione per riportare in scena il vigilante Wesley Dodds. Questo personaggio fu creato nel 1939 (lo stesso anno di Batman) ed è stato il primo ad adottare l’identità di “Sandman”. Wesley addormenta i suoi avversari con del gas stordente (da qui il suo nome) e si adopera per riportare la giustizia a New York, una metropoli flagellata dalla corruzione. Il terzo cofanetto Panini si compone di otto volumi e, oltre a raccogliere i settanta numeri della serie di Wagner, include l’Annual, un albo speciale disegnato da artisti talentuosissimi, e due avventure tratte da Winter’s Edge, un’antologia a cui negli anni Novanta parteciparono tanti autori Vertigo molto in vista. Ovviamente non può mancare Sandman Midnight Theatre, la storia imperdibile in cui, nel 1995, Wagner e Gaiman fecero incontrare Wesley Dodds e Morfeo. Sandman Mystery Theatre è una serie ambientata alla fine degli anni 30 che permette di esplorare il mondo di Sandmanda un punto di vista differente e, anche se non si conosce l’opera di Gaiman, è una lettura perfetta per chi apprezza il pulp, il poliziesco e le ambientazioni d’epoca.
Morfeo, Oneiros, il Plasmatore, Kai’Ckul… Il personaggio di Sogno assume durante la serie tantissime identità (persino quella di un gatto). Cosa rappresenta per te Sogno degli Eterni?
Morfeo per me è soprattutto un “compagno di viaggio”, dato che è uno dei personaggi su cui lavoro di più. Periodicamente ho l’opportunità di rimmergermi nel mondo di Sandman – da quando collaboro con Panini Sogno è il protagonista indiscusso delle mie estati! – e ogni volta scopro degli aspetti diversi del suo mondo. Posso farti questo esempio: in due anni mi sono cimentata con due edizioni diverse di Sandman: la versione brossurata per il cofanetto e la prestigiosissima edizione Absolute. Entrambe le versioni presentano tanti contenuti extra, che però non sono uguali. Di conseguenza durante le due lavorazioni ho avuto l’opportunità di leggere tanto materiale (introduzioni, postfazioni, ecc…) che analizza Sandman da punti di vista diversi e che mi permette di riflettere sull’opera in modi sempre nuovi. Credo che il lavoro su Sandman non finisca mai e che, in un certo senso, ogni volta si ricominci dall’inizio. Tra l’altro, grazie alla serie tv, Sandman sta per raggiungere un pubblico ancora più ampio, quindi è un bellissimo momento per lanciare iniziative che lo riguardano.
Ultima domanda (puramente da nerd): qual è il tuo arco narrativo preferito? (ok, ne puoi scegliere due).
Come ho scritto prima, Sandman è una serie capace di trasmettere sensazioni nuove a seconda del periodo della vita in cui lo leggi, di conseguenza la mia è una risposta che potrebbe cambiare con il tempo. Io adoro le storie autoconclusive di Sandman e la varietà di temi/ambientazioni che le caratterizza, quindi ti rispondo Favole e riflessi, che è il sesto arco narrativo della serie. All’interno di questo volume c’è Ramadan, che io considero la mia storia preferita di Sandman e che secondo me sintetizza al meglio le qualità dell’opera di Gaiman. Ramadan è una storia scritta e disegnata magnificamente che parla della potenza dei sogni e che mette in relazione il passato leggendario di Baghdad con il suo difficile presente. È un albo emozionante che ogni volta riesce a commuovermi e che, nonostante trabocchi di gioia e colori, fa davvero riflettere sullo scorrere del tempo e su quanto la vita sia sfuggente. Lo stesso si può dire di Vite brevi, l’altro arco narrativo per cui ho una predilezione. Le premesse della storia sembrano piuttosto leggere, dato che inizialmente Morfeo e sua sorella Delirio partono per un viaggio on the road alla ricerca di Distruzione, uno dei loro fratelli, ma poi la vicenda assume connotazioni sempre più tragiche, finché Sogno non è costretto a compiere una scelta personale dall’impatto devastante. In Vite brevi Neil Gaiman riesce a sintetizzare le contraddizioni (spesso dolorose) della vita umana e, ancora una volta, a parlare della sua transitorietà con grande naturalezza e credo sia per questo che mi piace così tanto. Per fortuna mi hai chiesto di limitarmi a due archi narrativi, altrimenti avrei potuto scriverti cinquanta righe per ogni volume di Sandman!
Ciao Giovanni, grazie e a presto… ci vediamo nelle Terre del Sogno!
Elena Pizzi
Giovanni Palilla