Poetesse Italiane del Novecento: Maria Luisa Spaziani

Giovanna d’Arco, “ la pucelle d’Orléans” , era la sua eroina, Cristina Campo la detestava,  Elémire Zolla  è stato suo marito ma per Eugenio Montale era semplicemente “Volpe”: lei è Maria Luisa Spaziani (1922-2014 ).

La Spaziani per molti è passata alla storia come “l’amante” di Montale o comunque è  stato impossibile non associare i due nomi. D’altronde il binomio non è superficiale dal momento in cui la poetessa ha dedicato i suoi versi al suo amore, all’amore, e Montale rientra in quest’orbita funesta ma sempre calibrata della Spaziani.

Non sono mai stata bella: era sedotto dalla mia vitalità. Lui non era mai stato giovane

L’incontro con Eugenio Montale

Il loro incontro avvenne quando quest’ultima aveva venticinque anni, una giovane ragazza, già piena di ispirazioni si accinse ad incontrare un uomo e grande poeta. Tuttavia ridurre la figura della Spaziani al profilo ormai usurato di Montale non renderebbe giustizia né all’uno né e all’altro.  Ecco una sua poesia:

L’indifferenza
L’indifferenza è inferno senza fiamme,
ricordalo scegliendo fra mille tinte
il tuo fatale grigio.
Se il mondo è senza senso
tua solo è la colpa:
aspetta la tua impronta
questa palla di cera.

L’amore come ispirazione poetica

La poetessa torinese parla d’amore, ogni sua parola è volta a manifestare le sue emozioni, non come uno sfogo, ma come una piacevole espressione. I suoi sentimenti trovano pienezza nel senso delle parole che lei ricerca, e che, facili, sopraggiungono alla mente già pregnanti. Molti hanno disquisito sulla relazione tra la Spaziani e Montale eppure è bene soffermarsi sull’indipendenza poetica della donna nei confronti dell’autore di Ossi di seppia. La sua poesia è tale a prescindere dalla relazione stretta con il grande scrittore. Ecco le sue note poetiche:

Il Crocevia
Quell’unghia che raspava contro i vetri
– cane o persona amata, mio padre o il giardiniere –
più non chiama né indugia né si ostina.
Ma esiste, più irrequieta d’ogni mare.
E’ un rumore schiacciato, una pastiglia di silenzio
che porta ancora un nome, un barlume di vita.
Capita a volte di trovare in un libro
un fiore memorabile, filigrana e fantasma.

Tutto ciò che ora è denso, un crocevia di linfe,
dovrà passare per quella cruna d’ago.
Ride e piange il presente, e si prepara al rito.
Le maschere bifronti lo guardano passare.

Cosa si nasconde dietro un nome? Spaziani= Montale, il gioco di un calcolo matematico ma l’infinito delle interpretazioni, tutte da scoprire. La Spaziani viene certamente accostata a Montale ma fortissima è la sua vis poetica, inesauribile, come l’amicizia amorosa che da sempre e per sempre la legò al suo caro Eugenio.

Valentina Grasso

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