Raccontami una storia…

Kiev, bombardamenti, Sandro Maddalena
Kiev, bombardamenti, Sandro Maddalena

Era una fredda giornata d’Aprile, in un paesino nell’est dell’Ucraina, gli abitanti di Kramatorsk iniziavano la loro giornata. Nell’aria si respirava l’acre odore della paura, il paesaggio incolore e il cielo grigio gridavano all’unisono la parola “MORTE”. Gli aeroplani sorvolavano la città, seguiti dallo sguardo intimorito dei passanti: nell’animo di ciascuno vi era la coscienza che una terribile guerra stava per iniziare. Il silenzio regnava sovrano.

A Donbass i filorussi occupavano i palazzi del potere. Mentre nelle periferie gli scontri tra le due fazioni erano sporadici e silenziosi. L’esercito ucraino si preparava ad entrare in guerra, ma la notizia non era ancora ufficiale e qualcuno tra i militari continuava a pregare e sognare la “pace”.

Quel giorno la popolazione fu costretta a prendere coscienza che qualcosa di terribile stava per avvenire: nel primo pomeriggio i filorussi si scontrano con l’esercito ucraino presso il piccolo aeroporto privato di Kramatorsk. Fuoco.

Cessati gli spari, alcuni civili accorrono sul posto dell’accaduto, girovagando come spettri tra le macerie, nel vano tentativo di capire, di prendere coscienza. Il rombo di un aereo militare infetta l’aria, vola basso, tre donne si girano, un fotografo scatta la foto. La guerra è iniziata.

Kramatorsk, Sandro Maddalena
Kramatorsk, Sandro Maddalena

Quel fotografo si chiama Sandro Maddalena, un ragazzo di trent’anni, originario di Meta di Sorrento, che da alcuni mesi gira l’Ucraina, raccontando la guerra attraverso le sue fotografie. Questa è la sua storia, che mi è stata raccontata quest’estate, in una breve parentesi vacanziera. Ascoltarlo narrare quello che la fotografia non racconta strazia il cuore: il dolore, la rabbia, la disperazione di un popolo è racchiuso nel silenzio di quegli sguardi, vuoti, assenti o, come dice lui, morti.

Ma la guerra continua e Sandro è pronto a ripartire con il suo zaino marrone, la macchina fotografica e la sua immancabile confezione di tabacco. Questa volta il suo viaggio si concentrerà nelle città di Odessa e Lviv che, a suo parere, sono due roccaforti nazionaliste che giocheranno un ruolo fondamentale nei prossimi mesi: “Da un po’ mi sto dedicando quasi esclusivamente al fotogiornalismo e in particolare alla crisi ucraina che intendo seguire nel suo svolgimento – dichiara il fotografo campano – il mio scopo è riuscire a confezionare un lavoro approfondito che tocchi quanti più aspetti possibili della vicenda. Ho lavorato a Kiev e nella regione di Donetsk e probabilmente le prossime tappe saranno Odessa e Lviv, che per motivi differenti sono due città molto importanti dell’Ucraina. La prima è stata uno dei principali centri culturali sovietici, nonché porto commerciale e centro turistico, con un animo molto influenzato dalla cultura russa. La seconda è il cuore pulsante del nazionalismo ucraino, città in stile decisamente europeo, che sta contribuendo in maniera particolare all’offensiva militare nell’est”.

Quel presagio di morte catturato in questa foto è diventato realtà e oggi la guerra non accenna a fermarsi.

 

Martina Massa

Grado Zero è una rivista culturale online, nata dall’incontro di menti giovani. Si occupa di cultura e contemporaneità, con particolare attenzione al mondo della letteratura e del cinema.

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