I tormentoni che abbiamo dimenticato: posizioni 40-31

Ladies and gentlemen, come promesso, ecco a voi la prima parte della nostra classifica, senza preamboli e senza fronzoli. Quelli, i preamboli, li abbiamo già fatti la settimana scorsa: per chi se li fosse persi e volesse sapere di cosa stiamo parlando, potete trovarli qui. Per i più pigri, invece, un mini-riassunto: trattasi di una classifica dedicata alle hit e ai tormentoni dagli anni Novanta in poi che abbiamo rimosso dalle rotazioni radiofoniche e dalle nostre playlist. Quelli un po’ dimenticati, che non hanno la fortuna di ripresentarsi a ogni estate, e che noi ci proponiamo con eroico ardore di riportare alla vostra memoria. Solo canzoni rigorosamente cantate da italiani, ma non per forza in italiano. Qui, di seguito, le prime dieci posizioni (che poi in realtà sarebbero le ultime, vabbé, ci siamo capiti).

40. Pitura Freska – Papa nero (1997)

Un mix di reggae e ispirazioni surreali contraddistinguono testi e musiche del titolo di punta della carriera dei veneziani Pitura Freska. La loro partecipazione a Sanremo diede una nota di colore all’edizione di quell’anno, dove si presentarono con allegria e ancheggiamenti vari, così come questa melodia orecchiabile suggeriva. Di loro abbiamo perso le tracce, della canzone pure, però siamo certi che adesso vi sia tornata subito in mente.
Verso memorabile: Sarà vero / Dopo Miss Italia aver un Papa nero / No me par vero

39. Simone Cristicchi – Vorrei cantare come Biagio (2005)

Il singolo che segna l’exploit del cantautore romano, che poi virerà temporaneamente verso altre melodie, quelle che lo consacrarono a Sanremo. Il Biagio del titolo è (ovviamente) Antonacci, assunto a modello di successo, ironizzando sul fatto che Cristicchi non se lo filasse nessuno. Poi il successo è arrivato (in radio, perlopiù), proprio con questo motivo, e con esso anche l’ingratitudine, tant’è che è stato subito archiviato.
Verso memorabile: il ritornello, con tutte le variazioni su Biagio Antonacci

38. Roberto Angelini – Gattomatto (2003)

Chi conosce Roberto Angelini, ne ha sicuramente un’immagine da cantautore impegnato, uno che mai avrebbe a che fare con tormentoni e robe del genere. E invece, la sua unica hit è questo brano chiaramente pop e dal testo non-sense. Lui lo ha un po’ rinnegato, di fatto oggi resta solo Propaganda Live su La7 a ricordarcela ogni tanto, con Diego Bianchi che punzecchia Angelini membro fisso dell’orchestra.
Verso memorabile: Hey, dai, fuori c’è un cane / Che mi vuole fare male

Simone Cristicchi nel videoclip di Vorrei cantare come Biagio

37. Pago – Parlo di te (2005)

Colonna sonora di uno spot della Citroën, che contribuì senz’altro alla buona riuscita della canzone. Parlo di te ci riporta a un tempo in cui le canzoni estive non dovevano farci ballare per forza, ma bastava che riuscissero ugualmente a entrarci in testa. Merito di un titolo azzeccato, che Pago ripete per l’appunto a loop, così che non potessimo dimenticarcene.
Verso memorabile: E parlo di te, parlo di te / Parlo con te anche se tu non ci sei

36. Alessandro Canino – Brutta (1992)

Sesto classificato al 42º Festival di Sanremo nella sezione Novità, Alessandro Canino lancia questa canzone che poi ci accompagnerà anche per tutta l’estate. Il successo è talmente grande da fargli vincere il Telegatto come rivelazione musicale dell’anno. Il testo parla di un’adolescente che non sa accettarsi e viene derisa per il suo aspetto, ma la melodia è molto più allegra di quanto sembri (e infatti c’è il lieto fine).
Verso memorabile: Brutta / Ti guardi e ti vedi brutta / Ti senti sola e sconfitta / E non vuoi mangiare più

35. Dirotta su Cuba – Gelosia (1994)

Singolo d’esordio dei Dirotta su Cuba, che allora non lasciavano presagire la deriva folk e jazz che avrebbero intrapreso (ma forse dal loro nome bisognava aspettarselo). Questo è chiaramente un brano per le radio. Infatti, il ritornello era sulla bocca di tutti. Oggi siamo colpevoli a tal punto da non avergli dedicato neanche una pagina su Wikipedia.
Verso memorabile: Gelosia, è come la pazzia / Cresce come un’idea / Non ti fa più dormire

34. Delta V – Un’estate fa (2001)

Ennesima cover del brano di Michel Fugain e Pierre Delanoë: in italiano si contano già i precedenti illustri di Franco Califano e Mina. Ma la versione dei Delta V, il gruppo specializzato nelle cover e nel cambiare le voci femminili, è decisamente una delle più memorabili, in virtù di una interpretazione che energizza le atmosfere, velocizza la musica e snellisce testo e malinconia. Non a caso, viene fatta uscire in estate, in quel 2001 che sembra lontano come recita la canzone.
Verso memorabile: E finisce qui / la storia di noi due / L’autostrada della vacanza / Segna già la tua lontananza

Gi Kalweit, voce dei Delta V, al Festivalbar

33. Flaminio Maphia – Ragazze acidelle (2003)

Tipico esempio di hip-hop commerciale, nonché uno dei pochi che la nostra storia musicale possa vantare. Chissà se il suo testo sarà ritenuto ancora politically correct di questi tempi. Sarà per questo che non oggi non si sente quasi più? Eppure la chiave era intenzionalmente spiritosa, che è sempre stata un po’ la loro cifra. Infatti, ci hanno fatto divertire e sono balzati dritto in top-ten.
Verso memorabile: Cadi in padella come un coccodè / Hey acidella ma ce l’hai solo te?

32. Neja – The Game (1999)

Vi ricordate di questa hit dance di fine decennio? Ma soprattutto, vi ricordate di Neja, una delle regine della eurodance? Ma ancora di più, vi ricordate di quando c’era la musica dance? Neja è una dei pochi cantanti italiani che siano riusciti a entrare nelle classifiche di mezza Europa, e quell’anno, grazie a The Game, vinse Un disco per l’estate e segnò l’edizione del Festivalbar.
Verso memorabile: il suo durupaparara è la parte che cantavamo di più

31. Ragazzi Italiani – Vero amore (1997)

A Sanremo non si piazzò bene, ma si sa: quel che conta è vendere dopo. Il pubblico femminile apprezzò, la canzone divenne disco d’oro e si meritò persino una cover per il mercato spagnolo. L’onda lunga del successo li porterà in giro per tutta l’estate, un po’ in tour e un po’ in tv. Di lì a breve, si sarebbero sfaldati e noi ci saremmo dimenticati di questa parentesi in cui anche noi abbiamo avuto le nostre boy band.
Verso memorabile: Se questo fosse vero amore, vero amore / tu non mi lasceresti mai

I Ragazzi Italiani

Andrea Vitale

Andrea Vitale nasce a Napoli nel 1990. Frequenta il liceo classico A. Genovesi, e nel 2016 si laurea in Filologia moderna alla Federico II. Ama la musica e la nobile arte dei telefilm, ma il cinema è la sua vera passione. Qualunque cosa verrà in futuro, spera ci sia un film di mezzo. Magari, in giro per il mondo. Attualmente frequenta un Master in Cinema e Televisione.

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