Dentro il campo minato

di Nunzio Bellassai

Campo minato, s’intitola così la mostra collettiva, curata da Francesca Masiero e ideata da Isabella Benigno, visitabile dal 11 al 30 giugno al Hotel Re Testa, di fronte al Mattatoio di Testaccio, a Roma. Campo minato è il racconto di un corpo segnato dall’endometriosi, una malattia cronica che colpisce circa il 15% di persone con un utero. Il percorso di mostra, che si sviluppa lungo le scale della struttura, simboleggia una crescita verticale, dal dolore e l’angoscia, enfatizzate dalla mancata diagnosi, all’accettazione. Coscienza e rinascita. Il visitatore è accompagnato in cuffia da un Manifesto scritto e letto da Isabella Benigno, sceneggiatrice di cortometraggi, oltre che autrice di teatro e radio, la quale svela tutte le sensazioni provate convivendo con l’endometriosi. Un viaggio in perenne salita, alla ricerca della luce, raccolta dalle vetrate che illuminano il percorso di crescita. Un climax ascendente che termina su una terrazza esterna. Aria e luce, nuova vita. Uno spazio neutro, contaminato da comignoli, che simboleggiano l’utero affetto da endometriosi, infestato da cisti.

Stampa fotografica con acrilico e foglia d’oro su tela – Opera di Margherita Marzari

Lungo il percorso, è possibile ammirare opere delle artiste Marta Cavicchioni, Chiara Lucia Conte, Anna Di Paola, Grace Giacubbo, Margherita Marzari, che attraverso diverse tecniche artistiche – la cianotipia, la pittura, la fotografia, le installazioni 3D e la performance in Visual Vernacular – sono riuscite a raccontare le diverse fasi di approccio alla malattia. Una mostra completamente al femminile, con l’eccezione di Niccolò A. Santalucia, chiamato in causa per raccontare la malattia da dietro le quinte, in quanto compagno di una giovane donna affetta da endometriosi. Spettava a lui il compito di raccontare il punto di vista maschile, riportando la sua esperienza personale e le emozioni provate.

Il percorso, già ricco di opere, è stato impreziosito nel corso delle settimane da numerose performance artistiche, come quelle di Arianna Balestrieri e Chiara Talarico oggi, la passeggiata culturale nel quartiere Testaccio di giorno 19, l’esibizione teatrale Carmen non c’è del 27 e altri eventi visibili sulle piattaforme online.

 Il mio corpo tiene traccia di tutte le ferite della mia anima. Troppo sensibile e sottile il mio animo, il mio corpo, invece, è un guscio spesso di dolore.

Isabella Benigno

L’importanza del progetto risiede nello scopo di sensibilizzare tutti, uomini e donne, giovani e adulti, su una malattia poco nota, eppure diffusa e invalidante, con cui è necessario convivere. E quindi raccontare anche ciò che non viene detto, osservare i cambiamenti di un corpo traumatizzato, dare consapevolezza e forza a chi ne soffre: il dolore che genera rabbia può trasformarsi in un’opportunità, nella continua ricerca di un contatto con sé stessi e la natura. L’evento è patrocinato da ÆNDO – associazione italiana dolore pelvico ed endometriosi, Fondazione Onda – Osservatorio Nazionale sulla salute della donna e di genere, EndoMarch TeamItaly, Margherita Benni – Psicologia ginecologica, Francesca D’Onofrio Sex Counselor, Associazione Le Funambole, Fondazione Italiana Endometriosi, A.P.E – Associazione Progetto Endometriosi, SATTVA – Mindfulness, CREI Interpreti LIS.

Le performance sono state tradotte in lingua dei segni per garantire accessibilità anche al pubblico sordo. È possibile visitare la mostra anche virtualmente in 3D: https://artspaces.kunstmatrix.com/en/exhibition/6729699/campo-minato

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