Non tutte le sciagure arrivano dal cielo

La Commedia è la resa cinematografica, visibile su Netflix, dell’omonimo romanzo, scritto da Thomas Meyer sulla storia di un giovane ebreo in lotta con le soffocanti tradizioni.

La storia

Un giovane ragazzo ebreo Mordechai Wolkenbruch, che tutti chiamano Motti si trova a dover fare i conti con l’ossessione che sua madre ha nei suoi confronti: Il matrimonio. Motti ormai è in un’età giusta per sposarsi ma non si decide e da buona tradizionalista la madre è intenta, ossessionata nella ricerca della donna giusta per il figlio. Per riuscire in questo intento la donna fissa svariati appuntamenti (shidduch) in cui Motti ha l’occasione di conoscere la sua possibile futura moglie; la maggior parte delle volte sono appuntamenti  creati a sua insaputa e le donne che la madre gli presenta sono tutte straordinariamente somiglianti a lei. Motti non trova attraenti e interessanti nessuna delle donne che incontra perché nella sua vita è arrivata una sua compagna di università, bellissima, peccato che però sia una shiksa, ovvero non è ebrea.

Nonostante sappia che la madre non la accetterà mai, Motti non si arrende e lentamente comincia a cambiare il suo aspetto.  I due cominciano a vedersi e Motti, con la sua ingenuità, non riesce a non nascondere il suo interesse per lei. Nel frattempo, in occasione dell’ennesimo shidduch, conosce Michal, una ragazza con cui decide di improvvisare un fidanzamento per accontentare così la madre. Tutto sembra procedere tranquillamente fino a quando la madre di Motti non gli comunica di aver scelto la data del matrimonio tra lui e Michail. Spaventato Motti confessa di aver finto per tutto il tempo. I genitori, preoccupati da questo atteggiamento, lo portano dal rabbino di famiglia. Quest’ultimo gli consiglia un viaggio in Israele: il posto perfetto per trovare una moglie. Costretto a partire Motti si reca a Tel Aviv dove viene ospitato da un amico del rabbino. Qui in occasione di una seduta di meditazione conoscerà un’altra ragazza Yael. Ma nonostante la lontananza Motti non riesce a non pensare a Laura. Quando i due si rivedono, la ragazza lo trova molto diverso: è più sicuro di sé e meno impacciato. Lentamente le cose prenderanno una direzione inaspettata per Motti che si ritroverà a vivere delle situazioni insolite che lo porteranno finalmente a scegliere cosa fare nella sua vita.

I personaggi

Motti è un giovane introverso, timido e molto impacciato, con particolare ironia e simpatia illustra la vita di un giovane ebreo di famiglia tradizionalista: la circoncisione alla nascita, il Bar Mitzvah, il matrimonio e ovviamente una famiglia il più numerosa possibile. Ma è proprio in tutti questi obblighi e doveri che si sente costretto, tutto quello che desidera è innamorarsi di una ragazza. Purtroppo si innamora di Laura e così inizia a cambiare e questi cambiamenti sono evidenti anche agli occhi della sua famiglia: taglia la barba, cambia la montatura degli occhiali, inizia a vestirsi in maniera più colorata, insomma il suo desiderio di indipendenza comincia a mostrarsi. Questa sua ribellione causerà inevitabili contrasti tra lui e la madre, ma Motti è stanco di vedere la sua vita organizzata nei minimi dettagli e privato della possibilità di scegliere.

Laura che lo spingerà, forse in parte anche inconsapevolmente, a cambiare,  è una ragazza molto dolce e estroversa che si dimostra fin da subito interessata a lui senza nutrire nessun tipo di pregiudizio nei suoi confronti. Lo esorterà a fare delle scelte controcorrente e gli permetterà di scoprire che, al di fuori della vita che gli è stata prospettata, c’è molto di più.

La presenza più ingombrante nel film è senza dubbio quella della madre. Una donna carismatica, determinata, convinta di agire nel giusto ma sembra non capire che Motti ha bisogno di vivere la vita a modo proprio e di agire solo in base alla sua volontà. Figura invece ben diversa è quella del padre, un uomo molto paziente, taciturno, tollerante e molto legato a suo figlio. Diversamente da sua moglie sembra rendersi conto del desiderio di Motti e cercherà in tutti i modi di rispettarlo e supportarlo quando necessario.

Opinioni

La storia è raccontata con naturalezza alternando ritmi veloci e altalenanti, richiamano elementi comici nella narrazione. Nel romanzo ricchi sono i particolari, mentre un aspetto innovativo del film è la diretta interazione tra il pubblico e Motti: racconta la sua vita e commenta situazioni in cui si trova, dirigendosi direttamente allo spettatore, rompendo così la quarta parete. La sceneggiatura è originale e insieme alla regia tratta in maniera semplice, ironico ma con rispetto il mondo della regione ebraica, un po’ alla Woody Allen dei primi tempi. Il film fornisce infatti spaccati della vita quotidiana della famiglia di Motti e mostra nel dettaglio abitudini e riti della religione. L’abitudine di Motti di baciare la Mezuzah, un oggetto di rituale ebraico che contiene passi della Torah, prima di entrare in casa; il rituale del lavaggio delle mani con una piccola brocca e un catino in rame appena sveglio o più semplicemente l’attenzione nei dettagli dell’abbigliamento. Il film riesce in maniera molto semplice a raccontare l’esigenza di cambiamento di un giovane che ha vissuto da sempre una vita controllata da qualcun altro, tratta questo argomento in maniera molto naturale e con ironia, arrivando a far empatizzare con il personaggio di Motti. Un altro messaggio positivo è quello di accettazione soprattutto nella sua amicizia con Laura. La ragazza confessa infatti di trovarlo una compagnia curiosa con cui trascorrere il proprio tempo e si dimostra  interessata alla religione e alle tradizioni ebraiche. Il film riesce a trattare quindi in maniera adeguata la tematica delicata della religione e quello dell’esigenza di cambiare, di crescere e di sentirsi accettati non solo dagli altri ma soprattutto da se stessi.

Ovviamente non è perfetto ma consigliamo la visione del film per qualche risata, magari incuriosirsi nei confronti di una religione e i suoi riti ancora troppo poco conosciuta. Si tratta pur sempre di una commedia da vedere senza grandi pretese, se non quelle di puro intrattenimento. Forse c’è da dire che il finale poteva essere gestito meglio. Nel complesso tuttavia la pellicola risulta originale sotto numerosi punti di vista. Sebbene all’apparenza possa sembrare poco interessante o anche noioso, è un film intelligente e irriverente che lancia messaggi molto positivi legati all’uguaglianza e il rispetto di chi non condivide i nostri orientamenti siano essi politici, religiosi o sessuali. Messaggio, che per quanto ci duole dirlo, attualmente e in una società moderna  come la nostra sono importanti e che è necessario ribadire. Anche un semplice commedia riesce ad insegnarci qualcosa.

Anna Chiara Stellato

Giovane napoletana laureata in lettere, da sempre innamorata della sua città, del dialetto e della storia di Napoli. Lettrice compulsiva, appassionata di cinema d’autore e di serie tv. Sorrido spesso, parlo poco e non amo chi urla.

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