La ridicola idea di non vederti più: il diamante di Rosa Montero

La ridicola idea di non vederti più. Ci si dice, spontaneamente, che è proprio un bel titolo, per un libro, e il pensiero vola subito a quel vecchio amore con cui le cose sarebbero potute andare diversamente: quasi tutti ne abbiamo uno. Poi, reagendo a un certo romanticismo, si pensa che in realtà può sembrare quasi il titolo facile di un romanzetto rosa. Poi lo si sfoglia, lo si legge, e si capisce che ci si è sbagliati su tutta la linea: qui non si tratta solo di amore, e tanto meno di una storia banale.

Rosa Montero, giornalista e scrittrice spagnola ancora non sufficientemente letta in Italia e invece riconosciutissima in Spagna, in America Latina e altrove, ci consegna un libro atipico e commovente.

L’origine del libro

La lettura del diario che Marie Curie ha scritto dopo la morte di Pierre, per cui l’editore aveva chiesto a Rosa una prefazione, ha inevitabilmente trovato un’eco che è andata a risuonare nelle sue corde più intime, proprio nel momento in cui anche lei aveva appena perso suo marito. Rosa si mette allora a leggere tutti i libri che può sulla vita di Marie Curie, si informa, la studia, e il risultato andrà ben oltre la prefazione al diario della scienziata che l’editore le aveva commissionato. Il risultato sarà questo racconto assolutamente geniale in cui Rosa Montero ripercorre la vita e traccia il ritratto della donna letteralmente straordinaria che è stata Marie Curie intrecciandolo con alcuni elementi del suo vissuto personale.
L’elemento autobiografico, tuttavia, è solo sussurrato, è evocato con grandissimo pudore e quasi timidamente. È utilizzato, in realtà, come trampolino per passare dall’individuale al collettivo, dall’esperienza personale alla riflessione universale.

Marie Curie

L’autrice posa su Marie lo sguardo ammirato di una femminista che celebra in lei il coraggio di essere stata in anticipo sul suo tempo.

Posta al centro della narrazione, protagonista assoluta, scopriamo il percorso eccezionale di questa donna che va incontro al destino straordinario di vincere due premi Nobel, con una capacità di lavoro e di resistenza fuori dal comune, e con una caparbietà senza la quale a quell’epoca e in un contesto dominato da soli uomini non sarebbe arrivata dove è arrivata. Marie Curie è la prima donna ad aver vinto il Nobel, è la prima donna a dirigere un laboratorio di ricerca in Francia ed è la prima donna ad insegnare alla Sorbona. Austera, rigorosa, instancabile nonostante le difficoltà e brillantissima, tutta dedicata al lavoro e alla ricerca, ma anche madre di due bambine, Marie, non ancora quarantenne, perde inaspettatamente e tragicamente il suo compagno di vita e di lavoro. La mattina del 19 aprile 1906, i coniugi Curie si salutano quando Pierre esce di casa: non farà mai ritorno. Attraversando la strada, Pierre scivola, cade e viene schiacciato da una carrozza: muore sul colpo. Per Marie il gelo, il vuoto, il silenzio. L’incapacità di concepire l’assenza. Per Rosa lo stesso silenzio, la stessa incredulità dopo la perdita di Pablo.

Non c’è niente di più intrinseco alla natura umana della morte, lo dicono i filosofi, lo dicono i poeti, e lo sa ogni essere che respira; eppure è disumano perdere una persona amata. Pensare che non la si vedrà mai più, non si sentirà mai più la sua voce, non ci si potrà mai più relazionare con lei, tutto questo è inaccettabile e disumano.
Stasera glielo racconto, più tardi glielo dico, poi glielo chiedo: come si vive quando “più tardi”, con quella persona, non esiste più?

Un libro luminoso

Eppure, La ridicola idea di non vederti più non è un libro sulla morte. Tutt’altro. È un libro che parla della morte e del lutto ma che parla anche, e soprattutto, d’amore, di speranza, di bellezza, d’arte, di letteratura e di creazione artistica. L’autrice afferma che l’arte in generale, e la letteratura in particolare, sono armi potenti contro il Male e il Dolore. Che gli esseri umani si difendono dal dolore ornandolo con la saggezza della bellezza.

La ridicola idea di non vederti più è finalmente pubblicato in Italia, sei anni dopo la pubblicazione dell’originale spagnolo, da Ponte alle Grazie. Personalmente non ho ancora avuto occasione di leggere la traduzione italiana, avevo letto l’originale e poi la bellissima traduzione francese, ma spero che questo libro, questo piccolo diamante, inclassificabile (un po’ romanzo, un po’ saggio, un po’ autobiografia) arrivi il più possibile ai lettori italiani.

Si ha voglia di leggerlo tutto d’un fiato, poi di tornare ancora e ancora su alcuni passaggi di una sincerità lacerante. La scrittura di Rosa Montero è ironica, divertente, caustica. La sua prosa è come lei: vivace e leggera.

La ridicola idea di non vederti più è dunque, nello splendore della sua semplicità, il titolo più bello che ci sia per esprimere l’impossibilità di comprensione davanti all’irreversibilità della morte, quando la persona amata e perduta non è soltanto altrove. Semplicemente, non è più.

Manuela Corigliano

Manuela Corigliano nasce vicino a Milano il 26 luglio 1979. Si laurea, a Milano, in Lingue e Letterature Straniere con una tesi a cavallo fra linguistica francese e traduttologia. Circostanze professionali e personali la rendono perfettamente trilingue (francese e spagnolo, oltre all’italiano). Dal 2005 vive a Parigi, dove si occupa di traduzione e correzione di testi. La letteratura è il suo respiro, tra un’apnea e l’altra. Lettrice vorace nelle sue tre lingue di lavoro, scrive in versi e in prosa.

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