Un anno di cinema e tv: i migliori personaggi del 2017

Lo scandalo Weinstein e la fine di carriere memorabili (anche in Italia), l’errore nella consegna dell’Oscar al miglior film, la Disney che acquista Sky, e poi la scomparsa di Pasquale Squitieri, Bill Paxton, Erin Moran, Jonathan Demme, Tomas Milian, Roger Moore, Paolo Villaggio, George Romero, Jeanne Moreau, Jerry Lewis, Tobe Hooper, Manlio Rocchetti… Difficile riassumere in poche parole un anno di cinema e televisione, soprattutto se consideriamo che gli eventi a volte oltrepassano la sfera dell’intrattenimento e sfociano in quella della cultura, della politica e della vita quotidiana. Quando si tirano le somme, è interessante però dare un’occhiata ai risultati delle vendite, che per quanto non esauriscano le dovute considerazioni aiutano almeno a nullcapire in quale direzione stiamo andando; da questo punto di vista, il 2017 ha confermato il trionfo di alcuni generi che già da tempo dominano al box office: animazione, fantasy, horror, cinecomic. La parte del leone la fanno i supereroi: Thor, Spider-Man, Wolverine, i Guardiani della Galassia e il team Dc della Justice League sono alcuni dei protagonisti di questa meravigliosa stagione. Un posto che si sono guadagnati scalciando e sudando (anche fuor di metafora) perché, oltre a rastrellare fior di quattrini, sono anche tra i personaggi più interessanti che si aggirino sul grande schermo. In una prospettiva più ampia, tengono bene i generi votati all’esplosione adrenalinica, dall’action puro e incontaminato in stile Fast & Furious 8 alla contaminazione col sovrannaturale come la nuova Mummia, ma anche al di fuori di Hollywood la regola non cambia: il sesto maggior incasso mondiale dell’anno è il cinese Wolf Warrior 2.

Parlando di generi, ma in un’ottica tutta nostrana, stupisce che la commedia sia in netto declino: nella classifica dei maggiori incassi nel nostro paese soltanto due film italiani compaiono tra le prime venti posizioni (ma i risultati di Poveri ma ricchissimi sono ancora da calcolare): si tratta di L’ora legale del duo Ficarra e Picone, seguito da Mister Felicità di Alessandro Siani. In confronto ai tempi in cui le commedie made in Italy si accaparravano il podio, avere solo due titoli – e per giunta neanche in top ten – è un po’ pochino: segno che si comincia a gustare la comicità anche altrove (per esempio nell’animazione), o forse di un’annata alquanto povera di idee, o ancora che il pubblico inizia a stancarsi di vedere sempre i soliti attori ipersfruttati e in ruoli convenzionali. Il cinema italiano di cui abbiamo sentito parlare di più quest’anno, invece, è di tutt’altra fattura, e trova i suoi rappresentanti nelle opere passate per Venezia e per Cannes, nel Fortunata di Sergio Castellitto e in Hannah di Andrea Pallaoro, nel cinema di Napoli e su Napoli, da Gatta Cenerentola a Ammore e malavita, arrivando nella parte più profonda del meridione, da A Ciambra fino a Sicilian Ghost Story, e infine nei nostri autori d’esportazione, come Paolo Virzì e Luca Guadagnino, che riportano la settima arte italiana al respiro internazionale che merita.

beauty-and-the-beast-trailerIl dato più interessante, però, ci pare un altro, e cioè la propensione alla serializzazione che caratterizza l’offerta di maggior richiamo: sequel, prequel, reboot e rifacimenti di grandi classici (uno su tutti è La bella e la bestia) sono le parole utilizzate per indicare oltre la metà dei prodotti più quotati di questo 2017; basti pensare che, nella già citata classifica per incassi mondiali, bisogna arrivare alla 15esima posizione per trovare un film del tutto originale (se ve lo state chiedendo, stiamo parlando di Dunkirk). È una tendenza che risponde alla fame di serialità tipica del nostro tempo, da quando la televisione ha dispiegato tutto il potenziale del racconto per capitoli, e che accomuna cinema e tv anche sul piano della narrazione oltre che su quello del consumo e della produzione. Se ormai un numero sempre crescente di film viene visto su canali di fruizione diversi dalla sala, è più recente il fenomeno per cui una piattaforma di streaming on demand ha potuto presentare i suoi prodotti ai principali festival cinematografici (ancora una volta, se ve lo state chiedendo stiamo parlando di Netflix). La barriera tra cinema e televisione è diventata pressoché invisibile, se non altro almeno per il fatto che i fan dell’uno o dell’altra coincidono ormai con le stesse persone: chi ama Star Wars con ogni probabilità segue con accanimento anche i serial targati Marvel, chi paga il biglietto per vedere i lavori di Noah Baumbach o Wes Anderson potrebbe anche apprezzare quelli di Ryan Murphy e Chuck Lorre, e chi ha un debole per le commedie romantiche la sera si spalma sul divano per vedere l’ultima puntata di una creatura di Shonda Rhymes.

CHANDRA WILSON, KELLY MCCREARY, JUSTIN CHAMBERS, ELLEN POMPEODai dati sugli ascolti risulta che ad essere più seguiti sono le sitcom (The Big Bang Theory in testa, ma anche la rinata Will & Grace), i medical drama (Grey’s Anatomy) e i polizieschi (NCIS e Blue Bloods): dati che, però, vanno integrati coi risultati dello streaming, persino quello illegale, per avere un quadro più completo delle serie realmente più viste oggi. Si aggiungono, allora, Arrow, Narcos, Orange is the New Black e, naturalmente, The Walking Dead e Il trono di spade in pole position. E se poi andiamo a guardare i forum online e le discussioni sui social network, bisogna fare i conti pure con Tredici e con Stranger Things. Quel che è chiaro, ormai, è che l’universo infinito della serialità è popolato dai personaggi più iconici, quelli che più facilmente entrano nell’immaginario collettivo e da cui copiamo le pose, l’abbigliamento e, perché no, anche le battute. E proprio dai personaggi abbiamo deciso di partire per raccontarvi il meglio del cinema e della tv del 2017, scegliendo tra quelli che più abbiamo amato, con la consapevolezza di averne lasciato fuori qualcuno, ahinoi, per questioni di spazio, ma anche con la certezza che quelli che vedrete qui sotto hanno lasciato un segno non solo nei nostri cuori.

captain-fantastic-cf_00302_rp_rgbBEN CASH (Captain Fantastic). Ben Cash è il fanatismo positivo, quello che vorrebbe ricostruire la società allontanandola e annientandone il ricordo nella mente delle future generazioni. C’è una scena del film, in cui si parla di come Nabokov in Lolita sia riuscito a mettere il lettore dalla parte di un pedofilo, ed è proprio questa la chiave di lettura di questo personaggio: Ben Cash è guidato da un sentimento vero e innocente – l’amore – ad agire in modo inadeguato. Una psicologia complessa e commovente. (A. F.)

170216_tv_bll-crop-promo-xlarge2MADELINE MACKENZIE (Big Little Lies). Madeline affronta a viso aperto i genitori che fanno i prepotenti con i figli degli altri, si schiera a fianco della nuova arrivata contro le altre mamme che incontra ogni giorno all’uscita di scuola, sostiene uno spettacolo teatrale che il consiglio comunale vuole boicottare. A casa, si divide tra una figlia adolescente scontrosa e un ex marito sbruffone e infantile. Non c’è una causa per cui non abbia la volontà di combattere, e quando crolla per una debolezza rivela di essere come tutte le altre: una donna preoccupata di salvaguardare le apparenze mentre segretamente rischia di andare in pezzi. Ma lei è l’unica che riesca sempre ad avere l’ultima parola e la risposta pronta. (A. V.)

la-tenerezzaLORENZO (La tenerezza). Lorenzo è il personaggio su cui poggiano le fondamenta dell’ultima opera di Gianni Amelio: scorbutico, diffidente, polemico, decadente e vitale, con il suo continuo deambulare rispecchia il caotico fluire interiore di memorie, rimpianti, emozioni che solo in prospettiva di una tragedia annunciata si ricompone in una possibile riappacificazione, in quella tenerezza che ti aiuta quando brancoli ma che non ti trasforma in qualcosa, che ti disturba e ti toglie la libertà. (A. C. S.)

negan-w710-h473NEGAN (The Walking Dead). Diciamocelo, un cattivo così in TWD non s’era mai visto. Persino il Governatore aveva bisogno di instaurare legami affettivi e familiari; Negan, al contrario, non pare badare ad altri che a sé stesso, è autenticamente cattivo e non ha bisogno di scuse per esserlo. È facile odiarlo, ma è anche terribilmente carismatico, imprevedibile e sornione che ruba la scena a chiunque, e quando non c’è passi il tempo a chiederti “e ora cosa starà facendo Negan?”. Inutile dire che è diventato il motore primario dell’azione: tutto ciò che Rick e il suo esercito decideranno di fare dipende inesorabilmente da lui. (A. V.)

coverlg_homeISPETTORE VOGEL (La ragazza nella nebbia). Il protagonista di questo thriller si potrebbe a buon diritto considerare come il riflesso più tetro della moderna personalità umana. L’ispettore Vogel esibisce il suo egocentrismo con gelida sicurezza. Da fiero cinico gioca con le verità dei coinvolti in nome della danza mediatica e della notorietà causata dallo scandalo di un orrore. Innamorato dell’immagine che ha di sé stesso, va contro ogni giustizia per vincere davanti agli occhi delle telecamere. Smania per essere considerato il migliore, sempre, l’integerrima mente superiore capace di riportare la pace nel silenzio cattolico di un ambiente dall’apparenza immacolata. «Quello che piace al pubblico è l’unica cosa che conta». (M. C.)

tmp_l29a83_057113b234be7bf5_screen_shot_2017-10-20_at_11-29-49_am_copyEDMUND KEMPER III (Mindhunter). Ed Kemper “Big Ed” ha qualche cosa di straordinario, senza ombra di lode. Uno dei serial killer più efferati della storia americana: decapitava le sue vittime, abusava sessualmente dei cadaveri, li sezionava e poi li nascondeva. In grado di fornire un profilo analitico di se stesso, convincente e per nulla giustificatorio. I suoi lucidi racconti hanno permesso all’ FBI di sviluppare il concetto di “serial killer” e di indagare da un altro punto di vista. Un personaggio a suo modo rivoluzionario e importante. (A. C. S.)

ryan-gosling-agent-k-in-blade-runner-2049-hair-e1507674965588AGENTE K (Blade Runner 2049). Saranno pure passati gli anni, ma l’essere umano non cambia, e a volte è più facile riconoscerne uno nella sua controparte meccanica. L’agente K prova sentimenti talmente intensi che desideriamo anche noi che sia più di un androide, e del resto la sua relazione con Joi, per quanto platonica, è la cosa più autentica in tutta la Los Angeles del 2049, così tanto che insieme formano una delle coppie più adorabili del 2017. Qualcuno forse avrà da ridire, ma Ryan Gosling riempie benissimo il (molto) tempo che passa prima che si faccia vivo Harrison Ford. Anzi, quasi non se ne sente la mancanza. (A. V.)

13-reasons-whyHANNAH BAKER (Tredici). Quanti motivi servono per farla finita e togliersi la vita? Hannah Baker ne ha ben tredici, e ce li snocciola uno a uno, puntata dopo puntata, in un crescendo di gravità e drammaticità. Come si dice, è la somma che fa il totale: alcune delle cause che adduce a quella decisione estrema, prese singolarmente, possono sembrare persino banali, ma messe insieme danno la misura della sua esasperazione. Hannah ha soltanto sedici anni, è un’adolescente che sente tutto intensamente, e alla fine ci si chiede soltanto perché nessuno l’abbia aiutata. (A. V.)

meryl-streep-as-florence-foster-jenkins-press-2016-billboard-650FLORENCE FOSTER JENKINS (Florence). Vivere una vita nella cieca sicurezza delle proprie capacità, incuranti di sincerarsi dei responsi, è spesso considerato sintomo di ottusità, ma non per questa donna. L’ingenuità ha la dolcezza e la semplicità di Florence, disposta ad avverare i propri sogni e affermare una passione a dispetto del resto: il suo candore cristallino e la sua filantropia inconsapevole riescono a raddolcire perfino le note più sgraziate, facendo di Florence il capro espiatorio del coraggio che spesso non abbiamo. (C. C.)

landscape-1495439119-twin-peaks-4DALE COOPER (Twin Peaks). Scappato dalla Loggia Nera, l’agente dell’FBI in missione nella cittadina di Twin Peaks ha compiuto un viaggio metafisico per ritrovare se stesso: dopo aver vagato nel mondo nei panni del catatonico Dougie Jones, ha dovuto confrontarsi con il suo alter ego malvagio, Mr. C, per “tornare in sé”, riproponendo quell’ancestrale lotta tra Bene e Male destinata a ripetersi in un ciclo potenzialmente infinito. Cooper ci ha ricordato ancora una volta che in quel «sogno in cui noi viviamo» nulla può sfuggire al principio del dualismo degli opposti. (V. F.)

ww1WONDER WOMAN (Wonder Woman). A volte un film è più di un film, e un personaggio è più di un semplice personaggio: tale è il caso di Wonder Woman. Nell’anno della rivolta delle attrici contro gli abusi, dell’amministrazione Trump, del Leone d’oro alla carriera a Jane Fonda, arriva anche lei, l’amazzone armata di lazo, bellissima, fortissima e integerrima. E come se non bastasse, è anche divertente. Dimenticatevi Elektra e Catwoman: Diana Prince ha smentito la convinzione che le donne che scalciano e menano siano letali per il box office, e promette di essere avvincente quanto qualunque collega maschile, se non anche di più. (A. V.)

evan-peters-ahs-cultKAI ANDERSON (American Horror Story: Cult). Kai è il volto più feroce della settima stagione di American Horror Story. Come un Charles Manson ai tempi di Facebook è un provocatore dalla parlantina carismatica che non si rivolge alla folla, ma alle loro paure, isterie e frustrazioni. Egli rappresenta un amalgama di connotazioni esplosive il cui scopo anarchico è talmente assoluto e fine a se stesso da rivelarsi ottuso e prevedibile. La parabola discendente di questo personaggio è incalzata da sbalorditivi colpi di scena – veri marchi di fabbrica della serie – che lasciano lo spettatore senza fiato. (M. C.)

ladymacbeth_01CATHERINE (Lady Macbeth). Catherine è una giovane ragazza che viene data in sposa ad un uomo facoltoso. È forte e quindi è con forza che reagisce ai maltrattamenti di lui e del suocero. Ma è anche giovane, e infatti si innamora di Sebastian, giovane bracciante al servizio del marito. I loro incontri clandestini diventano il suo mondo, l’unico momento di pace in una vita che non ha potuto scegliere. Da lì in poi inizia a cancellare qualsiasi persona che provi a intromettersi tra lei e il mondo in cui si è rinchiusa. Non è cattiva, ma la sua è una parabola discendente che arriva ai limiti del diabolico. Le oscenità che commette sono il frutto caduto dall’albero marcio rappresentato dalla sua vita prima di Sebastian. Ingiustificabili, disgustose, ma tossicamente umane. (M. R.)

amy_adams_arrival-kyfb-1280x960webLOUISE BANKS (Arrival). Riuscire a comunicare in maniera pacifica con esseri viventi “altri da noi”, promuovendo la cooperazione tra gli uomini? La linguista Louise Banks, incaricata di decifrare il misterioso linguaggio delle creature aliene sbarcate sulla Terra, ci ha dimostrato che è possibile. E per di più, vantaggioso. Perché abbattere gli ostacoli delle differenze e sforzarsi di comprendere l’alterità può persino offrirci l’opportunità di modificare la configurazione del nostro pensiero, fornendo uno strumento per rivoluzionare e arricchire la percezione del mondo che ci circonda. (V. F.)

bojack-horsemanBOJACK HORSEMAN (Bojack Horseman). Bojack era amato, era adorato, era famoso e poi ha perso tutto, finendo nel circolo delle star di serie B e rovinando alcune delle amicizie più preziose che abbia mai avuto. Non prova mai a essere migliore di quel che è, e quando ci prova davvero è ormai troppo tardi. Quel che è peggio, è che si crogiola nelle scuse e nelle giustificazioni che allontanerebbero la responsabilità da lui, e invece è proprio tutta colpa sua. La cosa straordinaria è che pur essendo scontroso, infantile, recidivo e presuntuoso è anche l’unico in grado di vedere con lucidità le ipocrisie e le assurdità del suo mondo. (A. V.)

casey-affleck-manchester-by-the-seaLEE CHANDLER (Manchester by the Sea). Confronti generazionali, grovigli di sentimenti fraintesi, la difficoltà di costruire dei rapporti umani pieni e risolutivi, i nodi familiari come radice prima di sofferenza, la consapevolezza del dolore di esistere. L’assoluto enigma dell’altro e la necessità di solidarietà tra le anime, il viaggio, nel tempo, nello spazio, dentro se stesso. Il bisogno di confrontarsi con il proprio passato. È il silenzio di Lee Chandler a costruire il suo personaggio: un’assenza di espressione verbale che lascia il posto solo episodicamente alla fuoriuscita di un turpiloquio che è furia repressa, disperazione compressa sotto vuoto. La vicinanza col ragazzo lo costringe a ritrovare lentamente la pratica del dialogo, ad uscire dal proprio sepolcro ambulante per mettersi nuovamente in relazione con qualcuno. (R. M.)

636431865334221689-ep8-ff-005212REY (Star Wars: Gli ultimi Jedi). Non si capisce come Rey riesca a padroneggiare così facilmente la Forza, probabilmente è perché è stata costretta a crescere da sola, o perché la Forza cerca sempre un suo equilibrio, cosa che diventa sempre più evidente soprattutto nella giovane ragazza, che anche quando si addentra nella caverna permeata dal Lato Oscuro non perde mai la calma e riesce ad uscirne, e sembra addirittura in grado di superare il suo Maestro, e alla fine del film riesce anche a stupire quando si scopre che è riuscita a salvare gli antichi Testi dei Jedi. Che dire, ora ci aspettiamo davvero tanto da Rey: che la Forza sia con te! (D. C. M.)

cersei-lannister-7591CERSEI (Il trono di spade). Dopo la famigerata walk of shame, sapevamo che si sarebbe vendicata: l’ha fatto nel peggiore dei modi, lasciando tutti di stucco. Dopodiché è rimasta da sola, con un fratello passato dallo schieramento opposto, senza più figli, senza alcuni dei suoi consiglieri, mentre i suoi nemici si preparavano allo scontro finale. Sola contro tutti. All’inizio di quest’ultima stagione la abbiamo vista in posizione decisamente svantaggiata, eppure ce l’ha fatta a togliere di mezzo un bel po’ dei suoi nemici, ancora una volta, dando prova di una tempra e un’astuzia che, anche nel male, sono davvero invidiabili. (A. V.)

25-moonlight-w710-h473CHIRON (Moonlight). Essere adolescenti sembra già un’impresa titanica, per chi vive quell’età in cui ti sembra che nessuno ti capisca, nessuno abbia voglia di ascoltarti, nessuno sia come te. Chiron vive con la madre tossicodipendente che non sa prendersi cura né di lui né di sé stessa, in quartiere che non definiresti proprio benestante, e fin dall’infanzia impara a scappare per non farsi prendere dai bulli. Essere anche afroamericani pare che non aiuti in certi contesti, e men che mai essere omosessuali, soprattutto se non si ha il coraggio di ammetterlo. Le persone attorno a lui lo deludono, lo feriscono, muoiono, il mondo intero sembra remargli contro: perciò non riesce a togliersi l’espressione sempre accigliata e a rompere il muro di silenzio. E come dargli torto? Si può solo dargli una pacca sulla spalla e dirgli che andrà meglio. Forse. (A. V.)

mr-robot-season-2-poster-usa-network-1000x600ELLIOT ALDERSON (Mr. Robot). il protagonista di questa serie alla fine si scopre non essere Elliot Alderson, giovane Hacker in lotta contro il mondo intero, ma la sua mente, che riesce a farsi beffa anche degli spettatori, riuscendo però a tenerti incollato sempre di più: da una parte ci sono la sua sensibilità ed ingenuità nel riuscire a comunicare con il mondo esterno tramite un computer, dall’altra una voglia di ribellione contro il sistema a qualsiasi costo. Uno dei personaggi più affascinanti degli ultimi tempi, alla fine della seconda stagione ci rassicura: «Questa sarà l’ultima volta che ti nascondo qualcosa. Promesso». Ma sarà veramente così? (D. C. M.)

lionsgate-lgiiuk95432-full-image_gallerybackground-en-gb-1492796204640-_ri_sx940_MIA & SEBASTIAN (La La Land). Vi ricordate quella frase di Shakespeare che dice che siamo fatti della stessa sostanza dei sogni? Per Mia e Sebastian è veramente così. Lei sogna di diventare un’attrice, lui di aprire un locale di jazz dal vivo tutto suo. Ci provano, ci riprovano, falliscono, si scoraggiano e poi continuano a provarci, perché sanno che se ci credi davvero la vita prima o poi te la dà una mano. Sono loro la personificazione del sogno, che è poi l’essenza del cinema stesso. Come non emozionarsi? (A. V.)

 

Hanno collaborato all’articolo: Marcella Caputo, Claudia Corbetta, Valerio Ferrara, Anna Fusari, Davide C. Monticelli, Riccardo Montone, Michele Riemma, Anna Chiara Stellato, Andrea Vitale.

 

Andrea Vitale nasce a Napoli nel 1990. Frequenta il liceo classico A. Genovesi, e nel 2016 si laurea in Filologia moderna alla Federico II. Ama la musica e la nobile arte dei telefilm, ma il cinema è la sua vera passione. Qualunque cosa verrà in futuro, spera ci sia un film di mezzo. Magari, in giro per il mondo. Attualmente frequenta un Master in Cinema e Televisione.

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