BookCity Milano 2017

Anche quest’anno si è chiusa l’edizione di Bookcity, 4 giorni (16 – 19 novembre) in cui la città milanese si è dedicata ai libri e alla lettura.
Numerosi gli eventi che sono stati offerti ai lettori, in grado di soddisfare i più disparati gusti grazie alla differenziazione in topic che spaziavano dalla poesia alla storia, dalla cura e salute alla filosofia e all’arte, per non parlare della cucina e via dicendo.

All’apertura dell’evento ha presenziato come ospite d’onore Marc Augé, antropologo e teorizzatore del non-luogo (per chi fosse interessato è disponibile una traduzione italiana del suo studio, intitolata “Non-luoghi”. Introduzione a una antropologia della surmodernità, Elèuthera, 2009), a cui è stato consegnato dal sindaco di Milano Giuseppe Sala il Sigillo della città.
La chiusura è stata invece pensata come omaggio a Umberto Eco (fu lui ad aprire la prima edizione di BookCity nel 2012) e ai suoi saggi, raccolti nel volume Sulle spalle dei giganti.

Tra gli ospiti di questa edizione Daniel Pennac, che al Piccolo Teatro Strehler ha preso parte al reading in onore del suo Il caso Malaussène. Mi hanno mentito, adattato dall’autore con la collaborazione di Clara Bauer; sempre al Piccolo anche Massimo Recalcati.

foto bookcityTra i poli tematici di BookCity non poteva mancare quello inerente al centenario della Grande Guerra, con particolare riguardo alle vicende di Caporetto, e della Rivoluzione Russa: a ospitare tali interventi la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli nella giornata di domenica 19.

Altro settore ampiamente trattato è stato quello al femminile, segnalato dall’hashtag #pariopportunità, con numerosi interventi che miravano a una sensibilizzazione sul tema della violenza femminile. Tra gli hashtag della manifestazione anche #veganicarnivori, inserito nel crescente dibattito alimentare sul cibo vegano.
Non sono mancati anche eventi dedicati ai più piccini, i quali hanno potuto beneficiare di incontri interattivi e laboratori.

In tutto la manifestazione ha contato più di 1.100 eventi, che hanno coinvolto editori, associazioni e fondazioni. Notevole anche il contributo di biblioteche e università, le quali hanno dato la possibilità di ospitare eventi all’interno delle loro sedi. Per quanto riguarda i poli universitari, il tema di quest’anno – per BookCity Università – è stato il Novecento, volto a stimolare riflessioni che potessero esser confrontate e agevolmente inserite anche in un discorso di congrua attualità.

Gli eventi, disseminati nella grande Milano, hanno mobilitato numerose sale e palazzi, aprendo al pubblico spettacolari ambienti: va ricordato che uno degli obiettivi non secondari di BookCity è la sponsorizzazione e la promozione delle bellezze milanesi e del suo territorio.

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Castello Sforzesco resta l’indiscusso polo centrale dell’evento, il perno da cui si diramano i tentacoli di BookCity, sparpagliati nella città e spesso non troppo agevoli da raggiungere (si ricorda a tal proposito, sotto forma di consiglio spassionato, che, per affrontare al meglio BookCity, organizzarsi è un prerequisito indispensabile, soprattutto se si ha l’intenzione di assistere a eventi prossimi temporalmente, ma non “spazialmente”); il Castello, oltre ad aver ospitato numerosi eventi, ha accolto nel Cortile delle Armi anche una piccola libreria.

La maratona di lettura “Le voci della città”, curata da Daniele Abbado, fa la sua seconda apparizione nel panorama di BookCity: al memorabile Calvino de Le città invisibili – protagonista della maratona 2016 -, quest’anno ha fatto seguito il Pasolini delle Lettere luterane, adibite a testo-guida sul quale si è strutturata la maratona.

Secondo quanto diffuso dalla rassegna stampa, l’affluenza di lettori ha toccato quest’anno i 175.000 partecipanti, di contro ai 130.000 dell’edizione BookCity 2014 e alle 160.000 dello scorso anno. Le date per la prossima edizione sono state rese note: si svolgerà dal 8 – 11 novembre.

Claudia Corbetta

Claudia Corbetta nasce a Bergamo nel 1995. Frequenta il liceo scientifico su consiglio dei genitori nonostante l’animo e il cuore siano sempre votati al settore umanistico. Un infortunio arresta la sua carriera atletica da quattrocentista ma le permette di avere più tempo per leggere, scrivere e perdersi in pensieri cavillosi. La sua dichiarata passione per la letteratura la porta a iscriversi alla facoltà di Lettere Moderne di Milano. Legge romanzi e ama la poesia. Ha sempre ritenuto la scrittura una parte fondamentale della sua vita. Giustifica il suo piacere di notomizzare attraverso il linguaggio con una citazione rivisitata di Thomas Mann, per cui se l’autore dei Buddenbrook sostiene che “l’impulso a denominare” equivarrebbe a un “modo di vendicarsi della vita”, la sua giovane età la porta ingenuamente a sostenere che per lei esso sia in realtà un “modo di conoscere la vita”.

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