I nerd coinvolgeranno il mondo

L’impressione è che non ci siano più vie di fuga. Se sei esperto informatico, o d’una scienza qualsiasi, sei nerd. Lo sei se conosci a menadito un immaginario letterario, fumettistico o cinematografico. Sei nerd se ti si illuminano gli occhi di fronte a determinati prodotti della cultura pop, ne segui il franchise e ti fai promotore dei suoi personaggi. Sei nerd anche tu che stai leggendo queste righe, perché sei circondato da loro… e loro stanno conquistando il mondo. O almeno lo coinvolgono.

Fino a qualche anno fa il nerd era un specie di alieno. Così si era sentito Fulvio Gatti quando dodici anni fa aveva scritto e pubblicato un saggio su Star Wars passato quasi inosservato. Oggi invece la prospettiva sembra ribaltata, e proprio da qui parte il suo nuovo libro, I nerd salveranno il mondo (Las Vegas, 2017), da un alieno che chiede a un essere umano cosa sia un nerd.

«È un essere umano che manifesta, fin dalla giovanissima età, spiccati interessi per specifiche branche del sapere umano. Si dedica a essi con entusiasmo e passione a volte scambiati per stravaganti da tutti gli altri. Nello specifico, però, si intende nerd ogni esperto e promotore di quell’insieme di personaggi, serie e franchise, soprattutto di provenienza fumettistica chiamati “cultura pop”.»

La risposta è chiara, ma deve ancora sgombrare il campo da alcuni dubbi stereotipi, perché sì il fenomeno di nicchia è diventato mondiale, ma che fine hanno fatto quegli intelligentoni goffi, brufolosi, ingobbiti, dagli occhiali spessi, gilet e mocassini? Beh, a quanto pare si prendono la loro rivincita. Restano intelligentoni, ma abbandonano la grigia sagoma dell’alieno da sottoscala e si raccontano alla luce del sole. D’improvviso quell’intera generazione che il mondo “adulto” ha sempre guardato di sottecchi rivendica la propria identità attraverso le storie, gli universi e i modi di raccontare che l’hanno accompagnata durante la crescita. Al punto che, se si è totalmente estranei da queste storie, universi e modi di raccontare, tenere in mano il libro di Gatti ci fa realmente sentire alieno; ogni tre righe o giù di lì. E in quel caso è inutile discutere, la prospettiva è veramente ribaltata.

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Si parte da Star Wars – è da qui che Gatti rintraccia la nascita della propria passione – e si passa poi per Doctor Who, Star Trek, Il signore degli anelli, Harry Potter e via discorrendo fino ad approdare a serie tv come Big Bang Theory, realizzata quasi per educare l’intendere comune alla comprensione dell’universo nerd, con ironia, evidenziando il divario che c’è tra il mondo di giovani dalla preparazione superlativa e le consuetudini e i riti del mondo “normale”. Non che Big Bang Theory sia la tappa finale d’un percorso che parte da Star Wars, sia chiaro. Ma l’impressione è che nel gioco del ribaltamento delle prospettive la serie tv sia il giusto presupposto per affiancarle, le prospettive, e parlare di orizzonte ampio. Perché se c’è qualcosa che realmente preme al saggio di Gatti è evitare che ci sia una distinzione tra cultura alta e cultura bassa, che l’immaginario nerd non sia inteso come un sottoprodotto culturale da sfigati ma come naturale evoluzione di schemi narrativi ormai ampiamente diffusi. Alain Robbe-Grillet, noto scrittore francese del secolo scorso, una volta disse che ormai in letteratura ci si rifaceva a due soli archetipi, entrambi omerici: la storia dell’uomo che attraversa i conflitti del suo tempo e la storia del giovane che diventa uomo grazie alle proprie disavventure. Dati questi presupposti, e provando anche solo a leggere superficialmente le avventure dell’universo Marvel o DC, appare evidente che i nostri nuovi supereroi, dalle maschere elementari in cui potersi specchiare e riconoscersi, non hanno molto da invidiare ad Achille e Ulisse; se non dovendo loro il rispetto per aver retto alla prova del tempo. Anche loro, i nuovi eroi, sono proiezione narrativa e stilizzata dell’epoca in cui si muovono, anche loro rispecchiano le contraddizioni, passioni e paure, entusiasmi e mortificazioni, dell’uomo calato nel proprio tempo. E sembra che questo stia diventando chiaro ai più. E che stia alimentando di nuove stelle quell’universo sempre in espansione che è la narrativa; che non appartiene ai nerd e non appartiene ai fautori della cultura alta.

I nerd coinvolgeranno il mondo, quindi. Perché in grado di ribaltare la prospettiva, perché in grado di parlare al proprio tempo, perché in grado di confrontarsi, ormai senza timore, con ciò che è più grande di loro.

Antonio Esposito

Antonio Esposito nasce a Napoli nel 1989. È laureato in Lettere e specializzato in Filologia moderna. Attualmente scrive racconti, pianifica romanzi e insegue progetti editoriali di vario genere. Da editor collabora con la casa editrice Alessandro Polidoro, dove dirige anche la collana dei Classici.

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