Il “Food Porn” di Vernon e Tiernan
A fine ottobre è arrivato nelle sale un film d’animazione molto particolare. Sausage Party, tradotto in italiano con l’aggiunta di Vita segreta di una salsiccia, è stato classificato come un film d’animazione per adulti. La definizione potrebbe far pensare a storie che abbiano una trama complessa che, per quanto di animazione si tratti, sviluppino temi maturi, rivolti a un pubblico in grado di recepirli, e invece in questo caso l’etichetta “film d’animazione per adulti” serve a filtrare il pubblico di riferimento, per evitare di ritrovarsi in sala onde di benpensanti che di fronte ad espliciti riferimenti sessuali, satira politica e religiosa si possano turbare. In questo caso la funzione svolta è semplicemente quella di mandare un messaggio chiaro al pubblico, perché si possa avvicinare al film sapendo cosa troverà e cosa no.
È con molta probabilità il film d’animazione dell’anno: ha tutte le carte in regola per divertire e coinvolgere lo spettatore per tutta la sua durata. È stato diretto da Greg Tiernan e Conrad Vernon mentre la sceneggiatura è di Seth Rogen, Evan Goldberg, Kyle Hunter e Ariel Shaffir. La storia narra le vicende di un gruppo di cibi e oggetti per la casa residenti in un supermercato. Gli Déi (cioè noi), visitano il supermercato per acquistare tutto ciò che serve loro per la vita di tutti i giorni. Quando vengono acquistati, cibi, bevande e oggetti sono convinti di essere selezionati per andare in un paradiso, da loro chiamato “grande oltre”. In realtà non è così. Il mondo fuori dal market è un posto pericolosissimo, che metterà a dura prova la sopravvivenza dei “prescelti”. Per un caso fortuito, una senape dolce come tante, torna dal cosiddetto “grande oltre” ed è in grado di demistificarlo.
Alcuni dei personaggi sono già consapevoli di ciò che è il mondo fuori dal supermercato, altri no e, per una serie di eventi, una salsiccia di nome Frank cambierà le sorti dell’intero negozio. Frank, insieme alla sua fidanzata Brenda (un panino) e al team di amici composto da Teresa Taco, Abdul Kareem Lavash e Sammy Bagel Jr., cercherà di sfuggire a un triste destino partendo alla ricerca della verità. I cinque però non sanno che dovranno fare i conti con il cattivissimo Don Lavanda che, scoprendo a causa loro l’inesistenza del paradiso, tenterà di ucciderli. La cattivissima lavanda vaginale mutante e stupratrice, mossa da uno smodato desiderio sessuale prima e di vendetta poi si trasformerà in un serial killer senza scrupoli.
Il film altro non è che una metafora sulla vita umana: il mondo è fatto di sfumature e non è solo rose e fiori. Il “grande Oltre” al quale tutti gli alimenti e oggetti presenti nel supermercato aspirano, demistificato da alcuni, adorato fino alla fine da altri, rivela uno sfrontato ateismo di fondo sollecitando una riflessione su un aldilà che probabilmente non esiste e non è stato altro che un indottrinamento forzato.
Il ritmo e la struttura del racconto sono convenzionali, tante però sono le sapienti citazioni riprese nel film: il sacco di farina che cade per terra nella corsia del market diventa lo sbarco degli alleati in Salvate il Soldato Ryan, come il “vengo a prenderti” della lavanda vaginale a Frank arriva da Shining; non potevano mancare i nazi di turno, dediti allo sterminio dei succhi (Juice suona simile a Jews, ebrei in inglese) e al ‘Pizza Genocide’, ma nemmeno ‘El Duce’, pronuncia latina di ‘Douche’ (lavanda vaginale); sbuca perfino una gomma da masticare (masticata) adagiata su una sedia a rotelle che parla come Stephen Hawking, e come non includere i protagonisti di un conflitto che va avanti dal dopoguerra, Bagel (un pane ebreo) e Lavash (un pane musulmano), che litigano per una difficile convivenza sugli stessi scaffali, troppo stretti, troppo piccoli per far coesistere entrambi, ma che in realtà rifiutano di accettare una reciproca attrazione sessuale.
Ma tra Terre Promesse deludenti, senza (oli extra) vergini ad aspettarci o paradisiaci convitti, Sausage Party procede attraverso gag volgari perfettamente incasellate in uno script sintetico che scherza sulle diversità identitarie religiose e di genere (gay, lesbiche ed etero esistono anche tra i nostri alimenti), per non parlare di un modo di trattare la sessualità che mai ci potremmo aspettare in un solito animato Pixar: e infatti qui si arriva a toccare il “politicamente scorretto” quando la gioia della sanguinaria ribellione dei prodotti di supermercato viene festeggiata con un’orgia tra verdure, salsicce, cetriolini, sottaceti, frutta, verdura, ketchup e altri simboli del nostro sfrenato consumismo. Si comprende che il progetto totalizzante di Tiernan&Vernon non ha confini di linguaggio e di creatività, mentre Rogen & co. costruiscono una vera e propria sintesi – ovviamente satirica – del nostro mondo e dei suoi orrori. Ma in tutto questo, quella di Frank, Brenda, Teresa è fondamentalmente una storia d’amore, di tutto l’amore che si possa trovare e desiderare, nonostante i dettami rigidi, meschini, falsi che la realtà ha creato e che non hanno fatto altro che creare nuovi mostri. Una storia d’amore, certo al quanto particolare, che dà un significato al termine ‘Food Porn’ e che celebra, alla sua conclusione, la vittoria della ragione, attraverso Stephen Hawking – gomma americana, le cui ennesime rivelazioni ci regalano l’epilogo metacinematografico di questo “incubo” americano moderno.
Anna Chiara Stellato