Diego De Silva Terapia di coppia per amanti

Diego De Silva è tornato in libreria con un nuovo romanzo Terapia di coppia per amanti, pubblicato dalla casa editrice Einaudi.

Sì, perché “si chiama terapia di coppia, mica terapia di marito e moglie”.

Viviana e Modesto, che di cognome fa Fracasso e per mestiere il musicista, sono sposati, ma non tra di loro, entrambi insoddisfatti del proprio matrimonio. Si frequentano da anni, uniti da una focosa passione, ma si ritroveranno a fare i conti con qualcosa di più grande, un vero amore, “un grande amore e niente più” come direbbe Peppino Di Capri, o come direbbe De Silva. 3ko6oe2

Questo è amore, non c’è molto da dire, cosa hanno da dire due che si amano? Un uomo e una donna, s’incontrano, si conoscono, si piacciono, si attraggono l’un l’altra sulle note di Every breath you take. Fin qui sembra tutto normale, quasi regolare, ma cosa c’entra la terapia di coppia, e perché per amanti? Se pensate agli amanti come esseri perennemente felici e spensierati, gente che, stanca della vita matrimoniale e delle responsabilità, decide di buttarsi in una relazione che non ha alcuna ambizione di stabilità e che soprattutto ha un unico fine, quello di vedersi quando si ha voglia senza chiedere o aspettarsi altro, che poi è così che ce la immaginiamo una relazione tra amanti, accantonate quest’idea. Gli amanti di De Silva sono “semplicemente” innamorati, ma non si tratta di una smielata storia da romanzo rosa. Viviana è una bellissima donna, sexy, con la tendenza ai discorsi contorti, afflitta dall’incertezza di restare amante e moglie, o abbandonare suo marito, per Modesto, un uomo decisamente meno chic, più trasandato, (ma fa il musicista e tutto questo fa parte del suo fascino), più sbrigativo, un po’ meno afflitto dall’angoscia che colpisce Viviana, quasi sicuro di voler restare amante per non incorrere nella noia che già ha vissuto con il suo primo matrimonio, cercando di mantenere questo suo strano equilibrio tra quotidianità e passione.

Lo status quo potrebbe durare ancora a lungo se non fosse che gli incontri tendono a trasformarsi sempre più in battaglie verbali nelle quali Viviana cerca di spingere l’amante, restio al cambiamento, a un passo decisivo che sblocchi in qualche modo la situazione in un senso o nell’altro: stare insieme alla luce del sole o lasciarsi per sempre. È sull’onda delle crisi che in piena notte affliggono Viviana, che sceglierà di intraprendere con Modesto un percorso di terapia di coppia. Lo psicoterapeuta al quale si rivolgono, Malavolta, è a sua volta adultero, incastrato in una relazione con una donna molto più giovane di lui, capace di tenerlo in pugno con la tecnica del destinatario sbagliato di un sms. Ed è forse lui, lo psicoterapeuta, il vero protagonista di questa strampalata vicenda, per la prima volta alle prese con una coppia non legata da matrimonio o figli che cerca di stare insieme a ogni costo, in nome di una certa forma di amore, una situazione che lo pone ad analizzare anche la sua storia, il suo amore, ma soprattutto farà saltare etichette e tabù socialmente accettati.

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Il romanzo è scritto a più voci, principalmente quella di lui e di lei che si alternano capitolo dopo capitolo, poi l’inusuale terza voce dello psicologo, alla quale tentano di affidare la decisione che neanche i due amanti riescono a prendere; e la voce di Ferdinando Fracasso, padre di Modesto, che ogni tanto compare, con le sue verità, i suoi discorsi, il suo essere un padre un po’ fuori dai canoni, un traditore D.O.C., che ne sa molto più del figlio sul mondo femminile. Le vicende sono narrate dai punti di vista di Modesto e Viviana. De Silva conosce bene le dinamiche relazionali tra uomo e donna, e ne ha dato ampiamente esempio nei suoi precedenti romanzi. Piacevole leggere il punto di vista maschile, sempre ironico, sarcastico, l’uomo dalla battuta pronta, un po’ pasticcione ma capace poi di ostentare sicumera e soluzioni nel taschino, che si dilunga in elegie ironiche e puntigliose su testi di canzoni etichettate come “nazional popolari”, ne è un esempio il lungo capitolo su Every Breath You Take dei Police, o il sofisticato ragionamento su Malafemmina di Totò, per non parlare delle citazioni televisive, in questo caso True Detective. Sorprendente, ancora una volta, la capacità di De Silva di rendere, in modo quasi naturale, il punto di vista femminile; una donna determinata a seguire i propri scopi, alla ricerca di un amore soddisfacente soprattutto da un punto di vista personale, una donna che sa di dover, prima o poi, scegliere cosa sarà questa storia, una donna, che come spesso fanno tutte le donne, a un certo punto della storia, prende con troppa pesantezza qualsiasi gesto fatto e soprattutto non fatto. Quello che alla fine ne viene fuori da questa strana storia, è che nel momento in cui s’instaura una relazione, quando esiste una coppia, un “noi”, a lungo andare non esiste più differenza tra coppie clandestine, ufficiali, sposate, anagraficamente sbilanciate; una coppia, in quanto tale, porta con se una serie di meccanismi che naturalmente si instaurano, nonostante gli sfrenati tentativi di arginarli, si avvertono prima o poi le mancanze, gli obblighi, le prescrizioni; non esiste più il piacere dell’incontro fisico, se deve essere vissuto di nascosto dal mondo, in un albergo fuori mano, non esiste più il coinvolgimento emotivo se si insinuano problemi quotidiani e il pathos si perde. Così anche gli amanti, in preda a deliri, a gelosie ossessive, a telefonate inoltrate in piena notte e a rivendicazioni di maggiori attenzioni, hanno bisogno della terapia di coppia.

 XhyTURvtAlla scoperta delle mille forme che le relazioni amorose sanno assumere, questa volta l’amore si presenterà al lettore in una forma forse inusuale; grazie allo stile di De Silva, privo di freni e autentico, Terapia di coppia per amanti è un romanzo e un saggio psicologico insieme, dove c’è spazio per gli stereotipi, la superficialità, l’ironia, il cinismo, e su tutti l’amore. Un testo nel quale essere reciprocamente “la seconda scelta” è dramma e commedia, speranza e malinconia.

Il coinvolgimento emotivo del lettore è un po’ altalenante: ci sono momenti nei quali egli non riesce a entrare nella vicenda, come nei lunghi discorsi di autoanalisi, o in quell’inizio politicamente scorretto, con tanto di elogio dell’adulterio, e altri nei quali, al contrario, complice il ritmo incalzante, segue la narrazione con vivo interesse, e grandi risate, perché si ride, si ride molto e più di una volta.

Un libro che offre molti spunti interessanti, una lettura piacevole, accompagnata dalla perenne domanda: cosa ne sarà di Modesto e Viviana?

Anna Chiara Stellato

Giovane napoletana laureata in lettere, da sempre innamorata della sua città, del dialetto e della storia di Napoli. Lettrice compulsiva, appassionata di cinema d’autore e di serie tv. Sorrido spesso, parlo poco e non amo chi urla.

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