Pillole di sopravvivenza per scrittori emergenti: i consigli dei grandi autori del nostro tempo.

Non credo esista un metodo vincente per insegnare scrittura creativa. Vi proporranno corsi con la stessa facilità con cui vendono lezioni di Zumba. Vi illustreranno gli errori grammaticali che commettete con maggiore frequenza, vi mostreranno le tecniche per migliorare il vostro stile, per fortificare i dialoghi o costruire personaggi che siano credibili, eppure questo non farà di voi un autore di best seller. I diplomi e le lauree non servono se non a colmare i vuoti sulle pareti di casa vostra. Non basta uscire da una scuola famosa per essere certi di poter battere con classe i tasti del vostro nuovissimo MacBook Pro. Potete imparare i rudimenti ma scrivere, inteso come quella magia che permette di trasformare parole in immagini ed emozioni, non si impara a scuola. Nessuno sarà in grado di spiegarvi cosa scrivere e come farlo, perché quello è dentro di voi, nella testa e nel cuore, è sempre stato lì in attesa di uscire, di prendere forma nelle pagine di un libro che abbia il vostro nome stampato sulla copertina.


Un vero scrittore ha l’obbligo verso se stesso e verso i suoi lettori di fare la differenza, di distinguersi dall’orda informe di scriventi, e per questo non ci sono regole che trascendano la passione e il talento. Un autore è una persona che ama la letteratura in modo viscerale e che magari inizia a prendere confidenza con la scrittura proprio per emulare le storie e i romanzi che lo hanno stregato. Non si va da nessuna parte senza la passione, anche se a volte ci rende ciechi, e senza quella dote misteriosa che in Italia, il paese dell’improvvisazione e del clientelismo, si tende sempre a dimenticare. Il talento, appunto. Quello si ha oppure no, ed è meglio capirlo subito invece di sprecare sogni ed energie a combattere contro i mulini a vento.

Ma qual è la miglior preparazione intellettuale per un aspirante scrittore?

A rispondere a questa domanda fu Ernest Hemingway in un’intervista di fine anni cinquanta. Il premio Nobel per la letteratura scrollò le spalle e disse: «Diciamo pure uscire di casa e impiccarsi, perché scrivere bene è quasi impossibile. Poi, se qualcuno lo stacca dalla corda, allora, per tutta la vita, il poveretto dovrebbe costringersi a scrivere al meglio. Ma almeno avrà la storia dell’impiccagione con cui cominciare.»
Incoraggiante! Viviamo in un’epoca in cui tutti fanno gli scrittori, in Italia ci sono più libri pubblicati che letti, e la sua affermazione chiarisce qual è il rapporto fra la letteratura e la vita. Hemingway ritiene che la scrittura non possa prescindere dalla conoscenza del mondo e dall’esperienza. Scrivere comporta un impegno a tempo pieno con la vita da cui poter attingere materia prima per la scrittura.

Se potessi invitare alcuni tra i grandi nomi della letteratura contemporanea in una stanza e rivolgere loro quesiti sui misteri della scrittura creativa, ricaverei sicuramente una serie d’informazioni utili a comprendere qualcosa in più sul vero mestiere dello scrittore. Delle pillole di sopravvivenza per gli aspiranti autori:

  • “Un bel conflitto. Vuoi scrivere un bestseller? Nella prima scena deve esserci subito un bel conflitto. Se non c’è, manca la storia, non c’è niente. Ecco la prima regola del successo. Poi c’è la trama e gli ingredienti di scrittura. L’importante è che i lettori provino certe emozioni. Se ti provoco una reazione, ti ho catturato. E tu vai avanti a leggere.” (Ken Follett)
  • “Mai iniziare un libro parlando del tempo. Se è solo per creare atmosfera, e non una reazione del personaggio alle condizioni climatiche, non andrai molto lontano. Il lettore è pronto a saltare le pagine per cercare le persone. Alcune eccezioni. Se ti capita di essere Barry Lopez, che conosce più modi di un eschimese per descrivere il ghiaccio e la neve nel suo Sogni Artici, puoi fare tutti i bollettini meteo che vuoi”. (Elmore Leonard)
  • “Se leggi una tantum allora non sei un vero scrittore, e ti stai solo prendendo in giro, ed è questo il motivo per cui non vendi, e per cui quello che scrivi fa schifo. Se scrivi dovresti anche leggere, non dar retta al vecchio adagio dell’essere influenzati dagli altri autori. Leggi qualcosa ogni tanto, è comunque un bene. Un vero lettore dovrebbe essere in grado, in quasi qualsiasi circostanza, di leggere almeno alcuni capitoli o brevi racconti a settimana. Io leggo tre o quattro libri a settimana, pur scrivendo a tempo pieno, insegnando arti marziali, viaggiando, e come scrittore residente in un campus, insegno all’Università, produco, faccio conferenze e sono presente con la mia famiglia. Se posso farlo io, puoi farlo anche tu.”(Joe Lansdale)
  • “La regola principale della scrittura è che se lo si fa con abbastanza sicurezza e fiducia in se stessi, si può fare qualunque cosa si voglia (potrebbe anche essere una regola di vita, oltre che di scrittura. Ma per la scrittura è sicuramente vera). Dunque, scrivete la vostra storia come ha bisogno di essere scritta. Scrivetela con onestà e raccontatela al meglio delle vostre possibilità. Non sono sicuro che ci siano altre regole. Almeno non regole importanti.” (Neil Gaiman)
  • “La descrizione inizia nella mente dello scrittore e deve finire in quella del lettore. Il modo migliore per farlo è visualizzare quello che avete immaginato e tradurlo sulla carta usando parole semplici. Non fatevi ossessionare troppo dalla grammatica: lo scopo di un libro di narrativa non è la correttezza grammaticale, ma di raccontare una storia al lettore coinvolgendolo e facendogli allo stesso tempo dimenticare che sta leggendo una storia.” (Stephen King)
  • “Prima di sederti a scrivere una scena, ripassala in mente così che il suo scopo ti sia chiaro. Quali saranno i set-up iniziali? Quali istituire per le scene successive? In che modo questa scena porterà avanti la trama? Mentre lavori, guidi, fai esercizio, tieni a mente solo queste cose. Non appena hai qualche idea, annotala. E solo quando hai deciso l’ossatura della scena – allora, siediti e scrivila. Non andare vicino a quel polveroso e noioso computer senza un’idea chiara. E non far spulciare al tuo lettore una scena in cui non accade nulla.” (Chuck Palahniuk)
  • Dimentica i libri che vorresti scrivere e pensa solo al libro che stai scrivendo. (Henry Miller)
  • Non usate metafore, similitudini o altre figure retoriche che siete abituati a vedere sui giornali. Non usate una parola lunga quando è possibile usarne una corta. Se è possibile tagliare una parola, tagliatela sempre. Non usate il passivo quando potete usare la forma attiva. Violate ognuna di queste regole piuttosto che scrivere qualcosa di barbaro. (George Orwell)
  • “Il lettore non è un avversario o uno spettatore, ma un amico”. (Jonathan Franzen)
  • “Pensate alla scrittura – più che a un lavoro – a un processo gioioso e non qualcosa di serio. Tanto è vero che uno scrittore famoso disse di non aver mai lavorato un giorno in vita sua.” (Ray Bradbury)

Un decalogo. Consigli semplici sulla scrittura da parte di chi ha fatto della scrittura una ragione di vita. Suggerimenti che sembrano fondersi e amplificare il loro significato nella splendida poesia di Charles Bukowski, E così vuoi fare lo scrittore? (Guanda).

 

E così vuoi fare lo scrittore?
Se non ti esplode dentro
a dispetto di tutto,
non farlo.
a meno che non ti venga dritto dal
cuore e dalla mente e dalla bocca
e dalle viscere,
non farlo.
se devi startene seduto per ore
a fissare lo schermo del computer
o curvo sulla
macchina da scrivere
alla ricerca delle parole,
non farlo.
se lo fai solo per soldi o per
fama,
non farlo.
se lo fai perché vuoi
delle donne nel letto,
non farlo.
se devi startene lì a
scrivere e riscrivere,
non farlo.
se è già una fatica il solo pensiero di farlo,
non farlo.
se stai cercando di scrivere come qualcun
altro,
lascia perdere.

Se devi aspettare che ti esca come un
ruggito,
allora aspetta pazientemente.
se non ti esce mai come un ruggito,
fai qualcos’altro.
se prima devi leggerlo a tua moglie
o alla tua ragazza o al tuo ragazzo
o ai tuoi genitori o comunque a qualcuno,
non sei pronto.

Non essere come tanti scrittori,
non essere come tutte quelle migliaia di
persone che si definiscono scrittori,
non essere monotono o noioso e
pretenzioso, non farti consumare dall’auto-
compiacimento.
le biblioteche del mondo hanno
sbadigliato
fino ad addormentarsi
per tipi come te.
non aggiungerti a loro.
non farlo.
a meno che non ti esca
dall’anima come un razzo,
a meno che lo star fermo
non ti porti alla follia o
al suicidio o all’omicidio,
non farlo.
a meno che il sole dentro di te stia
bruciandoti le viscere,
non farlo.

Quando sarà veramente il momento,
e se sei predestinato,
si farà da
sé e continuerà
finché tu morirai o morirà in
te.

Non c’è altro modo.

E non c’è mai stato.

Antonio Lanzetta

Grado Zero è una rivista culturale online, nata dall’incontro di menti giovani. Si occupa di cultura e contemporaneità, con particolare attenzione al mondo della letteratura e del cinema.

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