Nel XII secolo la produzione di libri manoscritti avviene soprattutto in centri scrittori, e avranno precise carat-teristiche formali che ne rispecchiano l’utilizzo:
Il libro universitario (detto anche libro “da banco” o libro scolastico) avrà un formato grande, il testo disposto in modo tale da lasciare margini sui lati e sulla parte inferiore per fare spazio ai commenti;
il libro umanistico (detto anche “da bisaccia” per la sua portabilità) di formato più piccolo;
infine il libro popolare ( detto ance “da mano”) di piccole dimensioni, cartaceo, di basso costo, di poca o nessuna eleganza, destinato ai ceti popolari, che risponda ad interessi pratici e che poteva contenere opere di ogni genere: religiose o letture d’intrattenimento. Poco dopo la metà del Quattrocento, con l’invenzione della stampa, le strutture del libro manoscritto verranno riportate nei libri a stampa, con la differenza che il manoscritto risultava essere un Unicum, mentre ogni esemplare a stampa risulta approssimativamente uguale a tutti gli altri. Dagli incunamboli alle cinquecentine, caratteristica di questi libri è una maggiore manegevolezza, e sfogliabilità.
La sempre maggiore ricerca di una praticità, nel corso degli anni, ha portato ormai a una smaterializzazione del libro. Il digitale ha prodotto una nuova forma libro, dal formato PDF all’Epub, i libri da cartacei diventano touch. Niente carta, niente scritture da studiare per i filologi, si usa ormai una scrittura digitale, e un inchiostro elettronico, l’e-ink.Ormai nelle nostre librerie è comparso l’eBook Reader, più sottile di un libro, più leggero, più maneggevole, ma soprattutto “ti permette di portare sempre con te la tua libreria intera”. Il pubblico dei lettori appassionati si divide, ormai da anni, in un dibattito che non avrà fine, tra sostenitori e detrattori delle nuove frontiere nel panorama editoriale.
Ma le novità non si fermano. Nel 2014, nel mese di maggio è stato presentato dalla Mondadori, un nuovo formato libro: il Flipback. Un nuovo formato che cambia la tradizionale esperienza di lettura. Un libro di formato piccolo, leggero, comodo da portare sempre con sé, in tasca o in borsa, per poter leggere il proprio libro in autobus, in treno, in metropolitana, sfogliandolo con una sola mano, perché questi nuovi tipi di libri devono essere letti in verticale, sfogliandoli dal basso verso l’alto, e non più in metodo tradizionale da destra a sinistra. Si tengono in una mano, la carta su cui sono stampati è molto sottile e questo permette che si possano sfogliare con un dito. L’idea è dell’editore e stampatore olandese Jongbloed, che chiamò questa collana speciale Dwarsligger, subito diffusasi in Europa. Flipback fu infatti il nome che prese poi alla Hodder & Stoughton, in Inghilterra e che usiamo anche noi in Italia, mentre è Librinos in Spagna, ePoint2 in Francia.

Ancora un’altra idea è stata presentata, questa volta nata da tre italiani, l’editore milanese Alessandro Curioni, l’architetto e design Giulio Ceppi, e il fotografo milanese Giovanni Gastel.

I BBooks, una rivoluzione completa della forma, dei materiali, dell’idea libro, e della sua funzionalità. I tre hanno creato delle sfere in legno pregiato, componibili, con all’interno un rocchetto su cui è avvolto un tessuto che si stende fino a 12 metri e su questo viene stampata l’intera opera. La prima collana, dal numero limitato, solo 9 sfere, prende il nome di Gaia, come sinonimo di Terra, ma forse e soprattutto come la dea primigenia della mitologia dalla quale tutto ebbe inizio. I libri realizzati, in lingua originale, vanno da Il Principe di Machiavelli, all’Inferno di Dante, Flatland di Abbott, I canti di Leopardi, On the duty of civil disobedience di Thoreau, Alices’s Adventures in Wonderland, De Brevitate Vitae di Seneca, Amore e Psiche di Apuleio, The Tragedy of Hamlet, Price of Denmark di Shakespeare. Ogni BBooks è un oggetto unico e univocamente identificabile, virtualmente impossibile da falsificare perché “elettronicamente marchiato”. Ogni opera ha un legame concettuale con il materiale che la contiene e con la cifra che la individua all’interno della raccolta.

Un’ idea rivoluzionaria, un connubio tra innovazione e restauro della forma Volumen e dell’Unicum che gli antichi manoscritti rappresentavano.

Se in un primo momento l’idea non è assurda, allora non c’è nessuna speranza che si realizzi (Albert Einstein)

 Anna Chiara Stellato

Anna Chiara Stellato

Giovane napoletana laureata in lettere, da sempre innamorata della sua città, del dialetto e della storia di Napoli. Lettrice compulsiva, appassionata di cinema d’autore e di serie tv. Sorrido spesso, parlo poco e non amo chi urla.

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