Racconto: L’amico di Laura – Jacopo Zonca

Racconto Milleuno
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Vieni avanti, non avere paura. Fatti vedere.

Non fare quella faccia, Laura.

Oggi a scuola non è andata bene. Hai preso bei voti, ma non ti basta.

Guardati.

Pensi che sia colpa mia. Mi dispiace, sai che non ti posso mentire. Per questo vieni sempre qui da me, anche quando ti fa male.

Ti ricordi quando eri bambina? Ero il tuo migliore amico, avevi dieci anni, ci trovavamo qui,  in camera dei tuoi genitori, ed eravamo molto felici, non avevamo paura di niente, vivevamo sempre nuove avventure.

A volte arrivavi travestita da guerriera, eri come Xena, l’eroina che vedevi in televisione, quella che nella foresta uccideva i guerrieri cattivi.

Ero sempre lì con te, mentre indossavi la tua armatura splendente e luccicante, sguainavi la spada e fendevi l’aria. I tuoi capelli rossicci che volteggiavano dietro le spalle e i tuoi occhi verdi che proiettavano la felicità di una bambina.

Ci immaginavamo tutti giorni nuove storie, nuovi nemici, nuove sfide.

Eri coraggiosa, la vita era facile. Non avevi paura di niente.

Avvicinati Laura. Sono qui davanti e non ti lascio. Sei ingrassata, non mi puoi mentire, lo vedi anche tu.   

Ti senti in colpa dopo cena, ti senti in colpa dopo pranzo, ti senti in colpa tutte le volte che metti qualcosa sotto i denti. Adesso stai pensando di iscriverti in palestra per bruciare tutto il grasso che hai accumulato. Mi chiedi di guardare ogni centimetro del tuo corpo, e sai che per quanti sacrifici potrai fare, non ti andrai mai bene, quindi perché dovresti sforzarti in una palestra?

Cerchi di controllare tutto quando scendi di sotto; la cucina deve essere pulita altrimenti non riesci a dormire, perché il pensiero di aver mangiato qualcosa di contaminato ti divora. Troppe cose da analizzare, troppe cose da tenere in conto, così, quando tutti sono in camera da letto e si stanno per addormentare, scendi in sala, prendi quella spugnetta nuova che hai nascosto dietro il secchiaio e pulisci i fornelli. Strofini gli angoli con rabbia, cercando di combattere il terrore che affiora sempre dopo aver mangiato. Quella che per tua madre e  tuo padre è una semplice macchia di unto su un fornello del cazzo, per te è una voragine in cui hai paura di precipitare.

No, non piangere Laura, non serve piangere.

Ti accarezzi e senti che quel rotolino non va via, anzi, sembra che esca, che sbrodoli da quei jeans che ti piacciono tanto, quelli che una volta ti stavano bene, quando eri più bella, quando sembravi una bambola con i capelli di rame e gli occhi verdi.

Ora cosa vedi? Una bambina cresciuta, troppo grassa, o forse troppo magra?

Lo sai che puoi tornare a sentirti bella e fiera, non devi avere paura.

Io sono dalla tua parte, te l’ho già detto, quando sei qui hai solo la verità, chi può darti più sicurezza di me?

Non sorridere, non puoi mentire, non mi inganni con quel sorriso tirato.

Sei aumentata. Sei ingrassata. Sei flaccida.

Mangi per far vedere ai tuoi genitori che va tutto bene, ma pensi che loro non si accorgano di nulla?

Papà e mamma sono preoccupati. Perché non racconti quello che senti?

Hai le mani fredde, vorresti toccare qualcosa, qualunque cosa per tenerti stretta e non precipitare. Hai le vertigini, sai che precipitare è molto peggio che schiantarsi e tu stai precipitando, ma ti aggrappi al cibo per rimanere a galla, e così diventi grassa.

Ma se sei così grassa, perché ieri a scuola eri talmente senza forze che sei svenuta?

Sei finita sul pavimento, coricata, quando hai riaperto gli occhi vedevi le facce dei tuoi compagni di classe sopra di te, ti guardavano impauriti, preoccupati… alcuni addirittura sorridevano.

Perché sorridevano secondo te? 

Certo, molti ti dicono di mangiare perché sei troppo magra, ma non ti dicono la verità, Laura.

La verità te la racconto io.

Quell’immagine ti scalda e questo è un bene, ma riflettici un po’. 

Pensi che Francesco ti chiederà di uscire? E se poi ti invita a mangiare un gelato o qualche altra cosa, tu che cosa fai? Certo, puoi cavartela dicendo che hai voglia di camminare, così freni il senso di colpa facendo una passeggiata. Fingi di essere disinvolta quando in realtà speri soltanto di bruciare la robaccia che hai ingerito, ma siamo quasi in inverno, e se lo porti a fare dei chilometri fuori, al freddo, invece di stare in un posto coperto dove potete guardarvi negli occhi, sicuramente lui ti manderà a cagare. Non ti vorrà più vedere, sarai ancora sola.

Tornerai sempre da me, perché io ti accetterò sempre.

Io rappresento una consapevolezza che ti avvolge, che puoi quasi toccare con le tue mani tremanti e ghiacciate.

Non piangere Laura. Io ti restituisco la realtà attraverso il tuo sguardo.

Se non fossi tuo amico non verresti tutti i giorni qui, in camera dei tuoi genitori a guardarti e a controllare il tuo corpo.  

Puoi coprirmi con un telo o una coperta, puoi nascondermi, ma la voglia di specchiarti ti accompagnerà sempre, non potrai resistere e tornerai.

Accarezzati, senti ancora quei grammi in più e non piangere, resisti, devi solo controllare quello che mangi, è facile e so che ce la puoi fare.

Ti concedo ancora un secondo per guardarti, poi dovrai andartene.

Anche oggi, come ieri, come una settimana fa, come un mese fa, quando uscirai da questa stanza, ti sentirai sollevata, perché ti sei vista, non ti sei piaciuta, ma vai avanti, aspettando domani, aspettando di tornare da me. Proprio come quando eri bambina, ti ricordi?

Non vedevi l’ora di rimanere in questa stanza.

Voglio vederti ancora così, una piccola guerriera che non ha paura di nulla. Sai che puoi tornare a essere magra, sbarazzarti di quei chili in più con la forza che hai dentro di te.

io sarò qui ad aspettarti.

Quello che hai davanti è uno spazio delimitato da una base e da un’altezza, un tramite, che attraverso te, nutre sempre la speranza di vederti felice come una volta.

Ce la faremo insieme.

Ci vediamo domani.


Jacopo Zonca,  nato a Parma nel 1991, dopo il diploma si trasferisce a Roma nel 2012 dove studia cinema e successivamente recitazione.  Ha lavorato a teatro come attore. Ha pubblicato articoli e racconti su alcune riviste (Altri Animali, Quaerere, Limina, Pulpette, Grado Zero). Ha pubblicato due libri: la novella “52 49” e il libro di racconti “Il mondo è un’altra cosa” entrambi con Epika edizioni. 

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Grado Zero è una rivista culturale online, nata dall’incontro di menti giovani. Si occupa di cultura e contemporaneità, con particolare attenzione al mondo della letteratura e del cinema.

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