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Quando un romanzo ci aiuta a vedere nuovi orizzonti

All’orizzonte, il romanzo di Benjamin Myers

Ci sono libri che ci mettono di buon umore e che a fine lettura ci lasciano con un senso di pace e una serie di belle immagini in testa. All’orizzonte è uno di questi: una lettura piacevole per sfuggire al pessimismo e nervosismo del periodo e tuffarci nell’ottimismo dell’Europa postbellica del 1946 e portarci nelle verdi scogliere inglesi a picco sul mare blu.
L’autore è l’inglese Benjamin Myers, classe 1976, giornalista e romanziere assai poliedrico che ama reinventarsi con ogni opera. Ha infatti all’attivo una biografia rock e un romanzo storico mai tradotti in italiano e un romanzo irriverente e provocatorio del 2005, Il dio della scopata, arrivato da noi con Baldini Castoldi Dalai. Questo romanzo di formazione garbato ed elegante pubblicato da noi alla fine del 2021 da Bollati Boringhieri ha già ricevuto in Germania il premio dei librai indipendenti. Conquistare i librai è un’impresa ardua e ammirevole e tale riconoscimento testimonia la capacità del romanzo di conquistare anche i lettori più navigati. Per vedere se potrà conquistare o almeno interessare anche chi leggerà questo articolo, cominciamo dalla trama.

Benjamin Myers

Trama del romanzo

La seconda guerra mondiale è appena finita e si è appena concluso anche l’ultimo anno di scuola del narratore sedicenne, figlio di un minatore in una cittadina di minatori in cui tutti diventano minatori. Lui però non vuole seguire le orme del padre, né quelle che l’ambiente natio sembrano imporgli. Invece di passare l’estate nella sua grigia cittadina, parte quindi alla ricerca dell’avventura, promettendo alla famiglia di tornare entro settembre. Vive alla giornata, svolgendo piccoli lavoretti, finché non arriva vicino alla baia e s’imbatte in una donna generosa, stramba e molto colta che in cambio di alcuni lavori gli offre manicaretti indimenticabili, storie incredibili, libri. Tanti saranno gli insegnamenti preziosi che gli impartirà la donna e il giovane troverà sempre nuovi lavoretti da svolgere pur di restare e conoscere meglio quella signora che ha deciso di non vedere mai più il bellissimo orizzonte che ha sotto casa.
E come se non bastasse, nascosto in un capanno, il ragazzo scoprirà l’esistenza di una raccolta inedita di poesie. Così, quando alla fine tornerà col cuore pesante nella sua cittadina le cose andranno diversamente da come se le era immaginate.

Temi principali

C’è un ottimismo contagioso che pervade le pagine del libro, intrise di belle descrizioni ambientali e sintetiche ma puntuali caratterizzazioni. La narrazione in prima persona ci permette poi di immergerci nella psiche di questo adolescente dall’animo semplice ma dalla mente disponibile ad accogliere lezioni nuove. Insieme a lui impariamo lezioni importanti sul rapporto con la natura, il valore della solitudine e dell’amicizia, il significato di viaggiare, il giusto valore del lavoro.
E in questi tempi particolari, in cui alcuni di noi hanno ripensato alle proprie esistenze e alle proprie carriere, il consiglio di questa eccentrica signora va ascoltato. La donna infatti, di fronte al protagonista che a sedici anni è già depresso a causa della vita da minatore che lo attende, afferma con sicurezza che il lavoro dopotutto è sopravvalutato e la gente non dovrebbe darci così tanta importanza. Lavorare per vivere, insomma, e non vivere per lavorare. Il suo sembra anche un punto di vista privilegiato, ma con un pizzico di fortuna, il destino del nostro protagonista potrà cambiare veramente grazie alla lettura e alla poesia…

Il valore della lettura

Può una poesia cambiare la vita di una persona? La risposta è sì, e può farlo nei modi più vari. Il ragazzo infatti scoprirà che la poesia non è un genere per lettori sofisticati, ma qualcosa che parla a tutti. Quest’ottimismo e l’ingenuità di fondo, uniti all’armonia con la natura in un romanzo di formazione ci ricordano antichi bildungsroman di prestigiosa tradizione europea, soprattutto tedesca e inglese, qui mescolati a tocchi decisamente postbellici e perfino post-femministi. Perché al posto della Germania bucolica e colta dei romanzi ottocenteschi o l’Inghilterra sudicia e crudele di dickensiana memoria c’è un’Inghilterra che alla devastazione urbana della seconda guerra mondiale risponde con la semplicità e la meraviglia della natura. Inoltre Dulcie, questo è il nome della lady che ci rimarrà impressa più dello stesso protagonista, afferma che se al potere ci fossero (state) delle donne, non avremmo (avuto) tutte queste guerre, ma anche che, se le persone leggessero di più, non farebbero la guerra.

I libri non sono altro che carta, ma al loro interno contengono rivoluzioni. Scoprirai che gran parte dei dittatori difficilmente legge qualcosa di più delle proprie sporche agiografie. Ed è proprio qui che sbagliano: non c’è abbastanza poesia nelle loro esistenze.

Come possiamo non essere d’accordo con queste parole noi che siamo qui per difendere e promuovere la lettura? Ben vengano dunque romanzi sognanti come quello di Benjamin Myers, capaci di trasportarci in mondi dove le campagne sono sempre verdi e i cieli sempre azzurri. Per tornare alla grigia realtà, c’è sempre tempo!

Carlo Crotti

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