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L’amore muto di Pia Rimini, la riscoperta di un’autrice dimenticata

«Allora quasi fu contenta d’esser donna: d’esser della carne spremuta, calpestata, perché dal suo sangue era sprizzata, a faville, la gioia. E dentro le scattò un furioso bisogno d’esser sana, di riavere in sé l’oppressione della gioia, avviluppata nelle carezze che si piegano, pesando l’una sull’altra come una fioritura che si versa da un davanzale e che qualcuno, passando, tocca distrattamente».

Le donne sono protagoniste indiscusse dei diciotto racconti pubblicati a luglio 2021 da Readerforblind nella collana Le polveri. Con L’amore muto, Pia Rimini torna in libreria dopo una nuova edizione del suo primo romanzo del 1930, Il Giunco, ripubblicato nel 2017 per merito di Antonio Tombolini Editore.

Pia Rimini, nata a Trieste nel 1900, è stata una donna affermata e conosciuta tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso, capace di guardare avanti, controcorrente, riformista; ha partecipato alle prime associazioni femministe, e ha preso spunto dal suo vissuto per parlare del ruolo della donna. Ha pubblicato novelle e romanzi che furono menzionati, per la loro importanza, in testate giornalistiche come il “Corriere della sera”, il “Giornale d’Italia” e il “Popolo d’Italia”.
Nel 1944 venne deportata ad Auschwitz per via del suo cognome ebreo e da quel momento si è persa ogni sua traccia.

Tra il desiderio di dare e di essere amate, storie di amori violenti e disattesi

«Il primo ce l’ha ancora nel sangue: il primo è il primo. Son venuti degli altri, poi; ma ogni nuovo amore la fa rifiorire. L’amore ha questo di buono: che ogni nuovo amore cancella gli amori passati».

Le donne raccontate ne L’amore muto sono sfatte e consumate dalla violenza, dal dolore emotivo e fisico. Non sono ragazze felici e gioiose, speranzose in un futuro roseo. Al contrario, sono donne di età diverse tutte accomunate da amori miseri e disperati.

L’amore nella scrittura di Pia Rimini è disatteso, distruttivo, mancato. Il sentimento raccontato è di natura malvagia, rovina le brave ragazze, infanga il loro futuro, le marchia a vita. Tutto diventa menzogna dopo il sortilegio. Le molestie e gli abusi fanno parte dei giochi di potere del mondo maschile vile, prepotente ed egoista.

L’autrice ha la caratteristica di narrare storie di giovani fanciulle ingannate con promesse di matrimonio non mantenute, di raccontare l’amore nella sua dimensione più torbida e sporca. Il dare e avere è ricco di solitudine, di angoscia e smarrimento. Tutto è teatrale, fittizio, ingannevole. Le protagoniste sono solitarie, immerse nella malinconia di quello che hanno provato, anche solo per qualche minuto, e che non tornerà più.

Gli uomini in Pia Rimini: esseri dominanti e codardi

«Lo odiava: chiudeva gli occhi, per non vederlo, ma ne sentiva la mole scura, avvicinarsi, piegarsi sul suo letto bianco e minacciarlo col peso di tutto il suo dolore».

I racconti appartenenti a questa raccolta come Maria e Giacomo, Dare, Terra Pregna, La puledra per citarne solo alcuni, mostrano un universo maschile virile e senza scrupoli. In contrapposizione a quello femminile, disperato ma in continua attesa di un amore autentico, quello maschile è uno sguardo crudele, calcolatore, poco gentile.
Non vi è dolcezza nei rapporti con l’altro sesso, solo obbiettivi materiali e di riscatto.

Gli uomini appaiono come antagonisti, artefici di violenza fisica e d’inganno senza fine. Sono figure codarde che fuggono pur di assumersi le proprie responsabilità. Non vi è comunicazione con loro: le parole scompaiono sotto il peso dei corpi, i silenzi fanno spazio ad affannai e sospiri.

I silenzi non ascoltati di donne invisibili: tra alienazione e rassegnazione

In questa toccante raccolta di racconti, la sottrazione non viene accettata, il rifiuto femminile non è contemplato. Le classi sociali diventano manifestazione storica di giochi di potere. Gli strati più abbietti sono senza futuro e pieni di miseria. Il sesso è solo una questione di sottomissione per soddisfare meri bisogni fisici. Come Cicciotta, nel racconto Dare, così chiamata dal signor Francesco per cui lei lavora come donna di servizio e di cui è segretamente innamorata. L’ingenuità della fanciulla sarà solo un’opportunità per abusare di lei senza alcuna compassione. Oppure Teresa, in Maria e Giacomo, che di uomini ne ha conosciuti molti e da uno di questi a cui si è data nella speranza di ricevere amore, partorisce un figlio nato morto contorcendosi dal dolore sul lettino numero cinque di un ospedale, tra tante donne ammalate segnate dalla sofferenza. Eppure, nonostante tutto, leggiamo di figure in continua attesa di un sentimento che non arriverà mai. Non si arrendono, saprebbero innamorarsi ancora una volta, consapevoli del triste destino a cui andrebbero incontro.

Il vissuto di Pia Rimini e il ricordo di altre donne nella letteratura

Le storie narrate da Pia Rimini prendono spunto in primis dalla sua esperienza personale. La sua vita fu segnata, in età giovanissima, da una gravidanza senza matrimonio, che si concluse con il bambino nato morto (siamo alla fine della prima guerra mondiale). Successivamente, da adulta, sposa un uomo molto più grande di lei, da cui divorziò dopo pochissimo tempo.

Le donne raccontate ne L’amore Muto ricordano anche personaggi letterari come Antonia, protagonista de La chimera di Antonio Vassalli del 1990, violentata e giustiziata per stregoneria.
Sedotte e abbandonate, vergini o mogli non fa differenza, per la società dell’epoca sono, nel giudizio altrui, tutte prostitute.

Inevitabile il confronto con un’altra grande scrittrice italiana, Sibilla Aleramo, pseudonimo di Marta Felicina Faccio (1876-1960), tra le prime scrittrici italiane femministe. Prigioniera di una convivenza coniugale opprimente con l’uomo che la violentò, famosa per le sue opere definite «scandalose» e note per la condanna sociale e la follia denunciata circa la condizione femminile del suo tempo.

Readerforblind e la riscoperta di classici dimenticati, una nuova realtà editoriale

Il merito di tornare a leggere e conoscere Pia Rimini è di una nuova realtà editoriale, Readerforblind, che nasce come rivista online nel 2015, e già nel nome, un omaggio a Raymond Carver dichiara il suo interesse per i racconti. Nel 2021 si trasforma in casa editrice. A fine 2020, dopo aver conseguito varie esperienze editoriali, i fondatori della rivista, Dario Antimi, Adria Bonanno e Valerio Valentini, fondano Edizioni Readerforblind, esclusivamente dedicata alla narrativa d’autore, tra riscoperte di classici dimenticati della letteratura italiana e nuovi voci contemporanee, italiane e straniere.

Ogni pubblicazione ha una tiratura limitata e ogni libro è numerato per esaltare l’importanza, il contenuto e il prestigio. Oltre a L’amore muto di Pia Rimini, ritroviamo tra le altre pubblicazioni classici come I superflui di Dante Arfelli, Vento caldo di Ugo Moretti, Zebio Còtal di Guido Cavani, di cui abbiamo già parlato sulle nostre pagine.
Una realtà che porta alla riscoperta autori poco noti o dimenticati per farne riscoprire l’importanza e la bellezza.

Giusy Laganà

Redazione

Grado Zero è una rivista culturale online, nata dall’incontro di menti giovani. Si occupa di cultura e contemporaneità, con particolare attenzione al mondo della letteratura e del cinema.

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