Megalo Box è una delle ultime proposte del parco Netflix e omaggia il cinquantenario del manga Ashita no Joe (conosciuto in Italia come Rocky Joe), anime giapponese che ha avuto in Italia un buon riscontro durante gli anni ’80. La storia mostra, in entrambe le versioni, le vicissitudini di un giovane pugile ribelle di fronte alla miseria economica e affettiva che lo circonda.
Per l’anniversario, lo staff che ha progettato Megalo Box ha scelto di omaggiare l’originale mantenendo inalterate le caratteristiche dei personaggi, modificandone però l’ambientazione. La storia si svolge infatti in una megalopoli (l’epoca è verosimilmente un futuro prossimo) nella quale è stata bandita la povertà, nel senso che agli indigenti viene negata l’autorizzazione di utilizzare prodotti tecnologici: in un periodo storico in cui l’identità è verificata da microchip, questa inibizione corrisponde alla emarginazione patita dagli apolidi.
La valvola di sfogo della società è rappresentata dalla Megalo Boxing, forma di pugilato resa più violenta e spettacolare mediante l’utilizzo di scheletri esterni robotizzati, denominati Gear. I tredici episodi dell’anime si concentrano sull’evento mondiale rappresentato dal primo torneo di questa disciplina, focalizzando in particolare l’ascesa del protagonista, Gearless Joe, nel ranking dei più forti.
L’opera si contraddistingue, rispetto alle proposte nipponiche degli ultimi anni, per quanto riguarda i livelli visivo e musicale. La scelta – indubbiamente azzeccata – di usare uno stile di disegno che rimanda ai tratti di Ashita no Joe permette di cogliere con facilità i numerosi agganci all’anime originale disseminati lungo la storia.
È però la colonna sonora il perno dell’intero progetto: se inizialmente pare sia il sottofondo funky a collegare i vari passaggi di scena, dopo il primo round di riscaldamento subentra di prepotenza il beat che dà libero sfogo al rap old school, coi testi dell’artista COMA-CHI pronti a scuotere le ambientazioni, il susseguirsi delle storie narrate e… ehi, ma che succede?, anche il ritmo della recensione!
Yò, Joe – con il suo allenatore – per scalare con ardore la classifica finale ha deciso di rischiare: niente più tecnologia, solo pugni e frenesia!
Combattendo con la sorte, per decidere chi è forte, Joe risulterà apprezzato senza il Gear integrato.
Gearless Joe intimorisce: è sì spavaldo, ma colpisce e senza sosta in ogni incontro si concentra sullo scontro. (Serve il gancio, porta il conto!) Lui non teme di cadere, sollevarsi è suo dovere, cosicché chi lo sostiene urla “Perseverare è un bene!”
Joe diviene sinfonia, Joe vs tecnologia, vuol raggiungere la vetta, scardinar l’area protetta, vuol microfonarsi i pugni realizzando i propri sogni e mostrare a tutti noi che non siamo i nostri “poi” ma l’adesso, qui e ora: ogni azione si colora e limitarsi al bianco e al nero è un difetto di pensiero.
Questa è dunque la morale? Giace in noi l’età ideale? Per viltà o disattenzione il nostro orgoglio sta in prigione…
Gearless Joe colpisci sempre, al tappeto è il prepotente.
Gearless Joe spacca la gabbia.. col tuo dissing Pugni&Rabbia.
Luca Pegoraro
È ferro, arrugginiscono quindi è ferro. Per tutto il tempo connettono, creano connessioni, in silenzio,…
C’è una stanchezza che va oltre le occhiaie al mattino, il caffè ormai freddo sulla…
Quando le amiche dormono insieme nessuno si chiede che rapporto ci sia fra di loro:…
Nobody Wants This è una boccata d’aria fresca nel panorama delle commedie romantiche. Perché la…
#gradostory Gomito alzato, pistola in pugno. Sguardo fisso all’orizzonte – chiuso. Una flotta di navicelle…
#gradostory Somewhere Only We Know, canzone pubblicata dalla rock band britannica Keane nel 2004, è…