Negli stessi anni in cui l’Italia volgeva un primo sguardo a questa disegnatrice parigina dai capelli mogano e fiamme, la Francia celebrava il successo di Pénélope con tutta una serie di spazi lasciati liberi per lei in pubblicità, riviste, canali radio e come cronista per Cannes. Sfogliando la pagina Wikipedia dedicata Pénélope Bagieu si incappa in una lista di collaborazioni e creazioni che dal 2006 non smettono di portarla sotto i riflettori.
Nella terra del camembert, inoltre, Pénélope si fa conoscere come blogger di BD (Bandes Déssinées, ovvero “fumetti” in francese). Il suo blog Ma vie est tout à fait fascinante (La mia vita è assolutamente affascinante) racconta le esperienze di una giovane donna che sa trovare l’ispirazione in tutti gli oggetti e le persone che la circondano, che si lascia guidare da una curiosità genuina e irriverente e che, ovvia conseguenza, ama viaggiare. Il diario web contiene, infatti, tutti i suoi carnets de voyage. Un piccolo itinerario di paesaggi, sapori e incontri che gira intorno al pianeta: dalla bocca del Vesuvio, all’ottantatreesimo piano della torre Baiyoke; dallo shopping compulsivo sulla 5th avenue, al deserto di ghiaccio intorno agli jökull.
Ma la pubblicazione che, senza dubbio, celebra il successo di Bagieu sono le sue Culottées.
Il progetto inizia sempre dal web, su uno dei blog di lemonde.fr, e successivamente viene riunito in due album Culottées 1 (Gallimard, 2016) e Culottées 2 (Gallimard, 2017).
Come per Goodnight stories, anche per Culottées, le protagoniste sono donne vere, che hanno vissuto o che continuano a vivere seguendo degli ideali, che non hanno paura di scontrarsi con un dogma, una regola sociale, una religione, per affermare se stesse, i propri diritti e le proprie idee. Donne sfacciate (traduzione letterale di “culottées”), dotate di un’intelligenza e di un coraggio sopra la media, donne libere e vere, capaci di creare una propria identità.
Margaret Hamilton, Annette Kellerman, Joséphine Baker, Temple Grandin, Peggy Guggenheim, sono alcune delle sfrontate protagoniste dei disegni di Pénélope, spigolose e autoironiche tra le strisce, forti e determinate nella vita reale.
Una lettura intrisa di un femminismo genuino e autoironico, lontana da inutili moralismi, scritta da una donna per omaggiare donne e per regalarsi ad altre donne. Anche ad uomini, soprattutto a quelli che credono che non sia poi così interessante.
Anna Fusari
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